Un’analisi dettagliata sulle retribuzioni del personale della scuola – precario e fisso – riserva una sorpresa: il permanere del precariato nella scuola costa, ogni anno, la bellezza di 264 milioni di euro in più. Com’è possibile?
Marco Paolo Nigi, segretario generale del sindacato Snals-Confsal, ha portato avanti un’analisi sui costi del personale scolastico ...
I precari nella scuola sono 300mila, compresi quelli che lavorano anche solo qualche giorno, ma sono 100mila (90mila docenti e 10mila personale Ata) quelli con incarico annuale.
È il cosiddetto
organico di fatto che viene regolarmente assunto e licenziato ogni anno, magari per anni, in contrasto con la
direttiva comunitaria 1999/70 che prevede che il datore di lavoro assuma a tempo indeterminato il personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni.
L’organico di diritto è invece quello composto da personale assunto a tempo indeterminato.
L’organico complessivo, che deriva dalla somma dei due, è di 1 milione ed è ciò che serve alla scuola per funzionare.
Se il numero fosse inferiore molte classi resterebbero senza insegnanti – a meno che non si aumenti ancora l’affollamento delle classi.
La differenza tra i due organici è problematica non solo per i precari ma anche per la programmazione degli studi e per la vita d’istituto, per non parlare della qualità e del merito.
Quale imprenditore potrebbe mandare avanti la sua azienda avendo come orizzonte meno di un anno?
Mantenere la distinzione è ancora più assurdo se si pensa che il trattamento retributivo è lo stesso: tutti, precari e non, prendono, a seconda del profilo professionale, la stessa retribuzione su cui gravano gli stessi oneri.
C’è una sola e importantissima differenza: per il personale a tempo determinato l’Amministrazione versa all’Inps l’1,61 per cento sullo stipendio mensile, ai fini della corresponsione delle due nuove indennità mensili introdotte dalla
legge 92/2012 (l’ASpI e la mini-ASpI) (
vedi nostro precedente articolo) per il sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che perdono involontariamente l’occupazione.
Sullo stipendio medio annuale lordo (calcolato sulle diverse categorie di personale) di 31.305,25 euro, la differenza in più per ciascun precario è di 2.641,70 euro che, moltiplicata per i 100mila precari, dà un costo in più per lo Stato di 264.170.000,00 euro.
Perché, allora, non risolvere il problema del precariato scolastico, giungendo a un unico organico di diritto e facendo risparmiare alle casse statali ben 264 milioni l’anno – cui vanno aggiunti i costi burocratici per le assunzioni e i licenziamenti annuali?
È probabile che tra qualche tempo ce lo imporrà l'Europa!