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  Articolo n. 1332 - © News SNALS-Confsal Brindisi - 568 letture
GOVERNO RENZI: OBBLIGATORIO UN PROGRAMMA CONDIVISO INCENTRATO SU LAVORO, FISCO E RIFORME ISTITUZIONALI
Postato Giovedì, 20 Febbraio 2014, ore 16:53:27 da Amministratore

AZIONI DEL SINDACATO






 

Per il "nuovo" Governo


OBBLIGATORIO UN PROGRAMMA CONDIVISO INCENTRATO SU LAVORO, FISCO E RIFORME ISTITUZIONALI


Il peso della mediazione sull’attuazione flessibile dei Patti europei

editoriale di Marco Paolo Nigi ...





La Confsal, a fine gennaio, aveva rilevato la complessità e le criticità del “nuovo” contesto politico, determinatosi per effetto di rilevanti eventi riguardanti l’assetto dei partiti e dei gruppi parlamentari.

La Confsal, inoltre, aveva denunciato la lentezza e l’incertezza, nonché la scarsa efficacia dell’azione governativa e soprattutto l’incapacità dell’Esecutivo di incidere sul fronte delle indispensabili riforme strutturali, con particolare riferimento a quelle del lavoro e dell’occupazione, del welfare, del fisco e delle Istituzioni della Repubblica.

Avevamo legato il destino del Governo Letta alla sua capacità di presentare al Paese e in Parlamento un nuovo programma di governo, incentrato su lavoro-occupazione, economia reale, fisco e riforme strutturali, condiviso da una solida maggioranza parlamentare e dai partiti della coalizione.

La Confsal, infine, non potendo allora escludere la costituzione di un nuovo Governo, poneva con forza l’urgenza e la necessità di “un Esecutivo capace di governare centrando in tempi relativamente brevi rilevanti obiettivi e di guidare un impegnativo e proficuo Semestre Europeo”.

Le incalzanti vicende politiche di questi ultimi giorni, che hanno portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, e all’incarico a costituire un nuovo Governo a Matteo Renzi da parte del Presidente della Repubblica, possono essere lette liberamente sia sul piano politico che su quello istituzionale. Pertanto, alla Confsal, quale Confederazione sindacale autonoma, non resta altro che prendere atto della fine di un “Governo di servizio” di larghe intese e del tentativo di costituire un Governo di legislatura, con un programma dichiaratamente incentrato su lavoro, fisco e riforme strutturali, in primis quelle della legge elettorale, del Senato della Repubblica e del titolo V della Costituzione.

La Confsal, ovviamente, conosce bene le ragioni politiche di fondo e le dinamiche relazionali esterne e interne dei partiti della maggioranza, che hanno portato prima alla crisi di governo e poi al nuovo incarico a Matteo Renzi. Riteniamo, comunque, di esimerci dall’esprimere valutazioni su quanto avvenuto nella sostanza politica e nella forma istituzionale e, pertanto, preferiamo guardare avanti in attesa fiduciosa della svolta politica obbligata.

Sottolineiamo, altresì, alla luce delle ultime vicende politiche, il rafforzamento della nostra posizione politico-sindacale, maturata già prima della crisi di governo. La Confsal, infatti, ritiene che in questo difficile e delicato momento sociale, politico ed economico dell’Italia e per il suo rilevante ruolo in Europa, non sia tanto importante la configurazione della compagine governativa, bensì la capacità dell’Esecutivo di governare realmente e di emanare i necessari provvedimenti equi ed efficaci, nonché di promuovere le riforme strutturali che rilancino l’occupazione e la crescita economica e consentano il perseguimento di fondamentali obiettivi di equità fiscale e sociale, in funzione del benessere dei cittadini e delle famiglie e della indispensabile coesione sociale.

Al futuro Governo la Confsal chiede la presentazione di un concreto programma definito per obiettivi, percorsi e tempi di realizzazione e, soprattutto, la capacità di tradurlo in puntuali fatti ed atti.

In altre parole sui temi centrali dell’occupazione e del lavoro, del fisco e delle preannunciate riforme strutturali, la stabilità del nuovo Governo non può essere messa quotidianamente al centro del dibattito politico, togliendo spazi di riflessione e di partecipazione alle questioni socio-economiche e finanziarie avvertite dal Paese reale.

Ad esempio, su lavoro-occupazione-welfare, il Governo deve portare in Parlamento un’organica e articolata proposta condivisa almeno da tutte le forze politiche di maggioranza. In particolare, sulla riforma della legislazione del lavoro e del welfare le forze parlamentari di maggioranza devono superare le posizioni e le proposte legislative “di parte”, prevalentemente contrastanti per non dire alternative, del Jobs act, dello statuto dei lavori e della difesa della legge “Fornero”, a favore di una moderna e mirata soluzione governativa condivisa, da proporre ad un libero e proficuo confronto con le Parti Sociali e al dibattito parlamentare.

Anche la legislazione sulla previdenza merita molta attenzione da parte del Governo e necessita soprattutto di una riforma, sulla base dell’esperienza applicativa delle norme, che superi alcune illogicità di fondo e pesanti criticità.

Riguardo alla riforma della Pubblica Amministrazione, il Governo è chiamato a dare risposte chiare e puntuali andando al di là dell’improponibile logica dei tagli lineari al solo fine di fare cassa se si vuole veramente rendere efficiente la Pubblica Amministrazione e efficaci i servizi pubblici essenziali, fare uscire dall’area delle nuove povertà una larga parte di dipendenti pubblici, nonché introdurre concretamente la logica del merito e della premialità nel pubblico impiego.

L’ammodernamento e l’efficienza della Pubblica Amministrazione e la qualità dei servizi pubblici primari passa attraverso moderne e mirate politiche del personale orientate alla valorizzazione funzionale ed economica del lavoro pubblico. Tutto questo non può mancare nel programma di un Governo che intende razionalizzare la spesa pubblica e contemporaneamente reinvestire le risorse derivanti dalle economie di bilancio per il miglioramento della qualità e della quantità dei servizi pubblici primari.

Relativamente al fisco e all’evasione fiscale e contributiva, il Governo, con la maggioranza parlamentare, deve porsi l’obiettivo immediato dell’approvazione della legge-delega sulla riforma fiscale e della puntuale emanazione dei relativi decreti legislativi, rafforzando così il contrasto all’evasione, all’elusione e all’erosione fiscale e la lotta all’economia illegale e al lavoro sommerso.

Il futuro Governo soprattutto deve trovare il coraggio di andare oltre la politica dei piccoli passi del Governo Letta per rendere effettivamente un servizio al Paese e per onorare le stesse ragioni di fondo della sua costituzione.

Le legittime aspettative del Paese riguardano soprattutto l’occupazione, il lavoro, il welfare e il fisco. Pertanto, il Governo non può sottrarsi al conseguente impegno politico di:

  • sollevare concretamente il lavoro e le imprese dall’insostenibile oppressione fiscale;

  • rinnovare i contratti del pubblico impiego, scaduti nel lontano 31 dicembre 2009;

  • creare le condizioni favorevoli per il rinnovo dei contratti di lavoro nel settore privato;

  • adeguare e indicizzare le pensioni;

  • sostenere le nuove assunzioni delle imprese attraverso la leva fiscale;

  • investire nella formazione, nella ricerca e nella innovazione tecnologica.
Le risorse occorrenti si potrebbero reperire con le necessarie riforme strutturali, l’eliminazione degli sprechi nella spesa pubblica, nonché prevenendo e perseguendo le ruberie.

Con il ripristino graduale del potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni si può sostenere la domanda interna, dal cui andamento dipende in gran parte la ripresa economica e occupazionale.

Il Governo dovrà anche impegnarsi fortemente sul fronte delle politiche economiche-occupazionali dell’Unione Europea e, in particolare, sulle politiche monetarie e creditizie dell’Eurozona per perseguire obiettivi di sana e mirata flessibilità nell’attuazione dei Patti europei, senza escludere la possibilità di modificare aspetti rigidi legati ad una austerity ormai improponibile per gli stessi destini dell’Eurozona e dell’Unione Europea.

Su questo fronte il prossimo Semestre europeo a guida italiana potrebbe costituire una buona occasione per avviare un proficuo confronto con la governance europea.

La Confsal, nei prossimi giorni, si esprimerà sul programma di governo e successivamente sull’azione dell’Esecutivo, come sempre in piena autonomia e con senso di responsabilità, tenendo presente costantemente il suo manifesto politico-sindacale.






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