Il Comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il Premio Nobel per la Pace per il 2014 a Kailash Satyarthi e Malala Yousafzay per la loro battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all'istruzione. ...
Mostrando grande coraggio personale, Kailash Satyarthi, mantenendo la tradizione di Gandhi, ha guidato varie forme di proteste e manifestazioni, tutte pacifiche, concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini a scopo di lucro. Ha inoltre contribuito allo sviluppo di importanti convenzioni internazionali sui diritti dei bambini.
I bambini devono poter andare a scuola e non essere sfruttati per denaro. Nei Paesi più poveri del mondo, il 60 per cento della popolazione ha meno di 25 anni di età; ed è un prerequisito per lo sviluppo pacifico del mondo che i diritti dei bambini e dei giovani vengano rispettati. Nelle aree devastate dalla guerra, in particolare gli abusi sui bambini portano al perpetuarsi della violenza generazione dopo generazione. Nonostante la sua giovane età Malala ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all'istruzione ed ha mostrato con l'esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose.
Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore 12.00.
La scuola è finita e Malala, insieme alle sue compagne, è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita.
Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo, sin da piccola, il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere ed è stata la più giovane candidata da sempre al Premio Nobel per la Pace.
(Dal libro IO SONO MALALA)
Sono nata in un paese creato a mezzanotte. Quando sono quasi morta era appena suonato mezzogiorno.
Un anno fa sono uscita di casa per andare a scuola, e non ci sono mai più ritornata. Sono stata colpita da una pallottola talebana e mentre mi portavano lontano dal Pakistan non ero cosciente. Qualcuno dice che non rivedrò più la mia casa, nel villaggio della valle dello Swat, ma io voglio credere con tutta me stessa che invece ci tornerò. Essere strappati dal paese che si ama è qualcosa che non auguro a nessuno.
Ora, ogni mattina, quando apro gli occhi, vorrei vedere la mia vecchia stanza con tutte le mie cose, i vestiti sparsi sul pavimento e i miei premi scolastici sulle mensole. Invece vivo in un posto che è cinque ore indietro di fuso orario rispetto al Pakistan. Ma il mio paese è indietro di secoli rispetto a quello dove mi trovo ora. Qui ci sono tutte le possibili comodità: acqua corrente che sgorga da ogni rubinetto, calda o fredda, a seconda di come la si desidera; luci che si accendono con un colteppo all'interruttore, giorno e notte, senza bisogno di lampade a petrolio; forni e fuochi per cucinare, che non obbligano ad andare al bazar a comprare le bombole di gas. Qui tutto è così moderno ... Si trova persino cibo già cotto e confezionato!
Quando sto alla finestra e guardo fuori, vedo edifici alti, lunghe strade piene di veicoli in file ordinate, siepi e prati verdi ben curati, marciapiedi puliti. Allora chiudo gli occhi e per un istante ritorno nella mia valle - le alte montagne dalle cime coperte di neve, il verde ondeggiante dei campi e le fresche acque azzurre dei fiumi - e il mio cuore sorride guardando la gente dello Swat. La mia mente mi riporta a scuola, e lì ritrovo le mie compagne e gli insegnanti. Trovo Moniba, la mia migliore amica, e ci sediamo insieme, chiaccherando e scherzando, come se non me ne fossi mai andata.
Poi mi ricordo di essere a Birminghan, in Inghilterra ...
(la prima pagine del libro IO SONO MALALA)
Ufficio Stampa del MIUR
Roma, 10 ottobre 2014
Giannini: "Nobel a Malala notizia bellissima, regimi che non vogliono progresso colpiscono Istruzione ".
"Una notizia bellissima". Così il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, commenta la notizia del premio Nobel per la Pace assegnato quest'oggi a Malala Yousafzai.
"I regimi che vogliono che il progresso non ci sia o che si arresti - sottolinea Giannini, facendo riferimento alla storia della giovane attivista pakistana - colpiscono la Scuola e l'Istruzione e colpiscono soprattutto la possibilità per le ragazze di istruirsi".