Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha sempre attaccato e offeso il sindacato e chi lo rappresenta, ma mai come questa volta è sceso così in basso: "Invidio molto quelli che passano il tempo a organizzare gli scioperi. Mi riferisco ai sindacalisti, non ai lavoratori. Se il loro obiettivo è organizzare gli scioperi fanno benissimo a farli. Io mi occupo di far lavorare le persone, visto che abbiamo una disoccupazione pazzesca". ...
Il premier in una intervista radiofonica a Rtl 102.5: "Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare gli scioperi io mi preoccupo di creare posti di lavoro. Per chi vuol far sciopero nutro profondo rispetto, perché si tratta di un diritto costituzionale garantito, ma noi metteremo tutte le energie nel creare occasioni di lavoro. Se poi quelli che non hanno mai scioperato in passato scioperano oggi, beh... Contenti tutti. A quelli che dicono che bisogna occupare le fabbriche, noi diciamo che vogliamo riaprirle". "Il paese è diviso in due tra chi si rassegna e chi va avanti. Ma chi oggi in Italia continua a tener duro sta ottenendo risultati. In giro per il mondo c'è una incredibile fame d'Italia. Io non mi rassegno, piaccia o non piaccia a chi fa gli scioperi, ai sindacalisti, ai gufi..."
L'intervista completa (audio mp3)
CERIPNEWS
La lezione di Rodotà al Premier
Le ragioni dello sciopero e le tutele dei lavoratori
A Matteo Renzi sarebbe bastato ascoltare nella trasmissione di giovedì 20 novembre 2014 "Otto e mezzo" (video mp4), il prof. Stefano Rodotà per capire che cosa significhi effettivamente lo Statuto dei lavoratori ed anche, ma non solo, l’articolo 18. Sono certo, tuttavia, che la dissonanza cognitiva che separa il Premier dal giurista emerito è incolmabile, ed una cosa è chiara a tutti: chi vuole lo scontro è il Premier e non i Sindacati. Peraltro, lui ha il dovere di creare posti di lavoro, le OO.SS. hanno il dovere di garantirli senza consentire incursioni da parte del datore di lavoro, Stato compreso, che gioca con i diritti e con le tutele.
È stato proprio questo il cuore della questione nell’intervento di Rodotà ospite nella trasmissione di Lilly Grüber: il noto giurista, infatti, non solo ha fatto capire il suo punto di vista, come sempre chiarissimo, ma ha dato una lezione di diritto del lavoro e di diritto costituzionale al Premier ed alla sua compagine governativa, spiegando in modo esemplare lo spirito e la lettera dello Statuto, che certamente non collima con le cosiddette “tutele crescenti” dei futuri contratti a tempo indeterminato che il ministro Giuliano Poletti porta avanti come carta vincente per creare occupazione.
Circa le ragioni per scioperare, è bene che Renzi rifletta che non c’è proprio bisogno di inventarsele; basta ed avanza quello che combina il suo governo su tutti i fronti: occupazione, economia, pubblico impiego, scuola, ecc. e basta così, altrimenti la lista si allunga troppo!
Peraltro uno sciopero generale costa moltissimo ai lavoratori, che certamente non ci godono a rimetterci tanti euro dalla tasca, ma di fronte ad un’arroganza governativa crescente, esso è l’ultima spiaggia per cercare di far capire a tutti che così non si può andare avanti.
Quanto poi all’affermazione renziana che questo governo ha subito più scioperi di quello Monti, non mi pare proprio che possa essere una medaglietta da palmarès, semmai è la prova tangibile che ormai la misura è stracolma ed i lavoratori non ce la fanno più.
Intanto la Commissione Lavoro della Camera ha dato il “via libera” al Jobs act per il suo transito in Aula e staremo a vedere come andrà a finire, dando per scontato l’ennesimo voto di fiducia in caso di imprevisti ritardi che potrebbero rallentare, se non far fallire, il cronoprogramma renziano. (ninni bonacasa - Ceripnews)
* * *