carmelo.nesta scrive ...
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Il 15 dicembre 2014 il governo ha reso pubblici i
risultati della consultazione su "La Buona Scuola" (
scarica il rapporto in pdf). A parere del MIUR, in due mesi, ci sono stati 1.300.000 accessi al sito, 207.000 partecipanti on line, 1.500.000 persone (il 67% delle scuole) coinvolte dagli UU.SS.RR.. Poca roba se si pensa che era nelle intenzioni di Renzi che alla consultazione su "La Buona Scuola" partecipasse l'Italia intera.
Ma così non è stato, la consultazione su "la Buona Scuola" si è rivelata un grande flop. ...
Non ha partecipato la stragrande maggioranza dei docenti e le persone coinvolte dagli UU.SS.RR.(1.500.000 secondo il MIUR) non hanno preso parte al dibattito ma solo assistito a una sorta di celebrazione autoreferenziale sulla bontà del rapporto "La Buona Scuola" così come è accaduto nell'incontro organizzato dall'USP di Brindisi al Liceo "Palumbo" il 14 ottobre 2014 (
vedi nostro articolo).
Ammette il flop anche lo stesso Renzi che però non si arrende, anzi rilancia la sfida con la "carica dei mille"! Rifiutandosi di ascoltare "
i cinici e gli arrabbiati che ci chiedono di non cambiare nulla" (come afferma la senatrice Francesca Puglisi) e non considerando le centinaia di documenti contrari alla riforma firmati da migliaia di docenti e ATA nelle
assemblee organizzate dalle Organizzazioni Sindacali in tutta Italia, Renzi cerca ora conforto e sostegno rifugiandosi nelle braccia di
1000 rappresentanti del mondo scolastico che "
avvertono questa battaglia come una battaglia propria, che entrino nel merito dei provvedimenti e che dicano: questa cosa mi riguarda troppo, non posso lasciarla al presidente del Consiglio o al sottosegretario". Perché "
la riforma non la fa solo il governo, ma si fa con l’opinione pubblica, perché questa è la riforma delle persone". Li raccoglierà sicuramente tra coloro che rappresentano esempi "virtuosi" di docenti, tra coloro che hanno accettato di buon grado la riforma e li incontrerà il 22 febbraio del 2015, in occasione del primo anniversario del suo governo.
Ma perchè i docenti hanno snobbato la consultazione on line?
Le ragioni possono essere molteplici. Alcuni hanno ipotizzato una indifferenza dei docenti nell'affrontare le problematiche scolastiche i quali, a parte qualche sfogo e lamento iniziali, poi delegano le iniziative agli altri. Altri sostengono che i docenti oramai stremati, rassegnati e privi di fiducia aspettano con impazienza solo la pensione per fuggire da un lavoro che diventa di giorno in giorno sempre più logorante e faticoso. Il sottoscritto invece ritiene che le motivazioni sono altre. Una può essere legata al senso di dignità e di amor proprio di chi non ha voglia di farsi prendere in giro. Sono state infatti queste le sensazioni che ha provato il sottoscritto quando ha tentato di rispondere al questionario on line. Le domande erano poste, per lo più, in modo tendenzioso e vincolante da non permettere di effettuare scelte personali. Ad esempio, per quanto riguardava l'organico funzionale, si chiedeva di scegliere, tra le risposte, quali compiti questo organico dovesse svolgere oltre a quello di provvedere "di default" alla copertura delle supplenze nelle reti di scuole! Per cui chi rispondeva era vincolato ad ammettere la bontà dell'utilizzo prioritario di questo organico ai fini delle supplenze. Se si tentava di utilizzare l'opzione libera "altro" si era costretti a "twettare" solo poche parole.
Un'altra motivazione può essere legata al disconoscimento dell'autorevolezza dell'interlocutore ritenuto non adeguato a proporre riforme sulla scuola e quindi non degno di una benché minima discussione. Il documento de "La Buona Scuola" è stato redatto frettolosamente in poco più di mese da un ristretto numero di persone giovanissime e con scarsa esperienza nel campo della scuola. Molti illustri personaggi della cultura , infatti, hanno affermato pubblicamente che buona parte di quanto è scritto sul rapporto è inapplicabile ed è anche stato scritto da chi di scuola non capisce proprio nulla. La pensano così anche molti collaboratori dello stesso ministro Giannini all'interno del MIUR (
vedi nostro articolo).
(Carmelo NESTA)
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