La scuola merita rispetto, non può essere una trincea.
Serve un progetto scuola per il futuro del Paese...
Sono in continuo aumento i casi di aggressioni fisiche e verbali ai
danni dei docenti da parte di alunni e genitori nelle aule scolastiche e la
situazione sta veramente sfuggendo ad ogni controllo.
Gli episodi accaduti di aggressione ai docenti sono stati una reazione
a un semplice rimprovero o a un brutto voto.
Scuola e famiglia che, in un virtuoso patto educativo, dovrebbero
collaborare per la crescita armonica dei giovani, affinché diventino individui
responsabili e consapevoli, sono ormai in pieno conflitto.
I genitori delegano completamente la funzione educativa alla scuola,
per additarla, poi, come l’unica responsabile degli insuccessi scolastici e dei
comportamenti scorretti dei figli. Si ergono a loro paladini portando gli
insegnanti nelle aule di un tribunale, o aggredendoli verbalmente e
fisicamente.
Gli insegnanti, da parte loro, non riescono più a svolgere con serenità
la loro funzione, intimoriti dall’aggressività di studenti e famiglie, oberati,
oltretutto, da crescenti carichi di lavoro e da nuove responsabilità che spesso
esulano dall’insegnamento, e anche oggetto di una campagna di denigrazione
diffusa dai media e veicolata dalla politica.
Quella politica che ha fatto perdere progressivamente credito sociale
al corpo docente italiano che ha gli stipendi peggiori di tutta Europa e che
con l’ultimo contratto di lavoro, che lo Snals-Confsal si è giustamente
rifiutato di firmare, percepirà aumenti
economici che possono essere considerati poco più che mance, anche in
considerazione del fatto che gli stipendi sono fermi da ben nove anni.
La scuola pubblica non è mai stata considerata da parte della classe
politica dell'ultimo ventennio come un fattore di sviluppo strategico per la
crescita sociale ed economica del nostro Paese. Dunque, anche il corpo decente
non è ritenuto utile allo sviluppo del
Paese e, di conseguenza, le risorse destinate alla scuola sono sempre
irrisorie.
E così la figura del docente, oltre a perdere autorevolezza nei
confronti degli alunni, perde il rispetto sociale.
La scuola non può sostituirsi alla famiglia, che, quale nucleo
sociale primario, ha i suoi compiti e le
sue responsabilità e deve collaborare con essa nell’educazione dei figli. La
scuola è il luogo per eccellenza della trasmissione dei saperi e della
formazione delle nuove generazioni e va rispettata e salvaguardata perché
svolge una fondamentale funzione istituzionale riconosciuta dalla Costituzione. Non può essere una trincea e i docenti e il
personale ATA non possono entrare negli Istituti preoccupati per la propria
incolumità.
In realtà manca completamente un progetto scuola che specifichi in
maniera chiara ed inequivocabile compiti e funzioni in rapporto a quello che
sarà il futuro del Paese.
Lo Snals-Confsal assicura che continuerà a battersi nelle sedi
istituzionali e politiche perché si intervenga al più presto per arginare
l’allarmante fenomeno con le misure più opportune e perché la scuola venga posta
al centro delle priorità nell’agenda del prossimo Governo.
A riguardo, lo Snals-Confsal ha recentemente avviato una petizione alle
forze politiche per coinvolgere tutti i cittadini italiani sull’importanza di
questo fondamentale settore della vita pubblica che non si può continuare a
screditare o ad ignorare.
Il Segretario
Generale
Elvira Serafini
VEDI L'ARTICOLO DI CARMELO NESTA:
LA DIGNITA' E LA RISPETTABILITA' DEI DOCENTI ORAMAI PERDUTE - SCUOLA SOFFERENTE