carmelo.nesta scrive ...
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È di qualche giorno fa la notizia del suicidio di un Dirigente scolastico della provincia di Venezia...
“L’avete ucciso voi“, hanno asserito parenti ed amici del Dirigente accusando docenti, studenti e genitori della scuola.
È pur vero che erano in atto contrasti e contestazioni nei confronti del Dirigente (una manifestazione contro il Dirigente era stata programmata per il 28 maggio), ma chi uccide veramente è la "solitudine" che accompagna il Dirigente scolastico
nella responsabilità di gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa della Scuola,
nella responsabilità di organizzazione e controllo delle risorse umane e strumentali,
nella responsabilità relativa al conseguimento dei risultati ed all’efficienza ed efficacia della gestione della Scuola che gli viene affidata,
nei rapporti, a volte difficili, con gli Enti Locali,
nella gestione dei conflitti che potrebbero insorgere durante la contrattazione d'Istituto,
nella gestione della premialità dei docenti,
nei rapporti con il DSGA e il personale ATA,
nella gestione dei fenomeni di bullismo e di arroganza degli studenti,
nelle rivalse, a volte pretestuose, dei genitori.
E la sua solitudine si acuisce ancora di più quando la rigidità degli Uffici scolastici territoriali (regionali e provinciali) su organici, classi e sostegno non gli permette di organizzare al meglio la Scuola soprattutto nelle zone cosiddette di frontiera.
Il Dirigente è solo davanti a montagne di leggi e leggine di difficile interpretazione e applicazione, di circolari ministeriali dell'ultima ora, davanti a giudizi contrari di revisori, davanti a minacce di citazioni in giudizio da parte dei sindacati.
Il Dirigente è ancora solo davanti a mille problematiche e difficoltà che spesso non dipendono da lui, ma che gli piombano addosso quotidianamente e a cui è costretto a dare immediate risposte e a trovare adeguate soluzioni.
La percezione che i docenti hanno di lui lo fa ancora più solo.
È un privilegiato perché non ha più a che fare con classi di giovani sempre più demotivati e problematici, non deve rispettare orari prestabiliti, ha una remunerazione economica che ora si prospetta abbastanza elevata, ha potere discrezionale sul personale della scuola!
Questo lo rende diverso e provoca nei docenti due stati d'animo opposti: dissenso o devozione. C'è chi lo osteggia e lo contrasta, c'è chi lo appoggia e lo sostiene.
Questo dualismo lo rende ancora più isolato in un ruolo che lo costringe a vivere secondo le aspettative degli altri, soddisfacendole o illudendole.
Chi lo uccide è la solitudine!
Concludo con il commento del Sottosegretario al Miur Salvatore Giuliano:
”La dolorosa notizia del suicidio del dirigente scolastico del liceo Marco Polo di Venezia colpisce e sconvolge coloro che hanno a cuore la scuola. Tutta la comunità scolastica va sostenuta e accompagnata in questo momento drammatico, ma l’episodio di Venezia non può non aprire una riflessione più profonda sulle condizioni di lavoro di dirigenti scolastici, docenti e personale ATA. Il nostro impegno, oggi ancora più forte, è stare accanto a chi dà così tanto alla scuola italiana e di intervenire per rendere più sereno e gratificante il lavoro del personale della scuola, uno dei lavori più belli e significativi per la crescita educativa e culturale della nostra società“.
(Carmelo NESTA)
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