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  Articolo n. 546 - © News SNALS-Confsal Brindisi - 584 letture
IL PROTOCOLLO DI INTESA SOTTOSCRITTO DA UPI E ANP È UN ATTO DA RITIRARE! COMUNICATO CONGIUNTO SNALS, FLC-CGIL, CISL, UIL
Postato Mercoledì, 19 Giugno 2013, ore 22:32:13 da Amministratore

AZIONI DEL SINDACATO
edilizia scolastica
Non è ammissibile che l’UPI (Unione delle Province d’Italia), sottoscriva un Protocollo d'Intesa che riguarda l'edilizia scolastica con una sola organizzazione sindacale, l'ANP (Associazione Nazionale Presidi), non rappresentativa delle scuole autonome e in minoranza nell’Area V della dirigenza scolastica....



  CISL SCUOLA UILA SCUOLA SNALS CONFSAL

 
Comunicato delle OO.SS. rappresentative dell’Area V della Dirigenza Scolastica

 

 
Il 13 giugno 2013 l’UPI (Unione delle Province d’Italia), associazione rappresentativa di tutte le province italiane, con esclusione di quelle autonome, e l’ANP (Associazione Nazionale dei Dirigenti), organizzazione sindacale dell’Area V della dirigenza scolastica che rappresenta il 36,33% dei dirigenti hanno firmato un protocollo d’intesa.

Desta forte perplessità il fatto che un ente, seppure a natura associativa, ma riconosciuto come autorevole rappresentante delle province, decida di sottoscrivere un’intesa con una sola organizzazione sindacale, oltretutto minoritaria fra i dirigenti scolastici, assumendo e condividendo impegni che riguardano tutte le scuole autonome del secondo ciclo.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali dell’Area V della dirigenza scolastica, che rappresentano (ultimi dati ARAN sulla rappresentatività 2013-15) il 56,54% dei dirigenti scolastici, denunciano la falsità di quanto asserito dalle parti che hanno sottoscritto il protocollo di intesa: l’ANP non rappresenta la categoria dei dirigenti, ma ne è solamente una delle organizzazioni sindacali rappresentative. Come tale è legittimata a sedere ai tavoli contrattuali e di confronto, ma non certo a rappresentare in via esclusiva una categoria di lavoratori nelle relazioni con altri enti ed istituzioni. Tanto meno l’ANP è rappresentativa delle scuole, che sono dotate di una autonomia di rango costituzionale e si rapportano con gli interlocutori del territorio, istituzionali e non, attraverso gli strumenti delle reti o nelle conferenze di servizio previste dalla legge 241/90.

Ad esprimere e rappresentare le scuole autonome sarebbero certamente più titolate associazioni territoriali rappresentative di tutte le istituzione scolastiche, legittimate dalla certezza di una costituzione elettiva e democratica e con regole di funzionamento previste dalla legge.

In attesa che il legislatore riprenda il percorso di definizione delle rappresentanze delle scuole autonome, ogni tentativo di sostituirsi ad esse è inopportuno e sbagliato.

Un protocollo di intesa fra l’UPI e soggetti non riconosciuti come rappresentativi delle scuole autonome non aiuta peraltro queste ultime a gestire un contesto reso sempre più difficile dalla penuria di finanziamenti e dallo stato delle strutture scolastiche. 

Soprattutto non è positivo che i temi dell’idoneità dei locali, della manutenzione ordinaria delle scuole e della sicurezza vengano trattati in una mera logica di risparmio, con la presunzione che sia addirittura possibile recuperare risorse per le scuole attraverso il trasferimento ad esse dei fondi, attualmente a disposizione delle province per la manutenzione ordinaria, sulla base della spesa storica. Altrettanto aleatoria è l’ipotesi di ottenere risparmi attraverso la voltura, a carico delle scuole, dei contratti per la fornitura dei servizi telefonici e dell’energia elettrica. Si tratta di risparmi il cui conseguimento appare assai incerto e non sempre, secondo il protocollo, a vantaggio delle scuole.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali dell’Area V della dirigenza scolastica ritengono invece che la questione della messa in sicurezza delle scuole e del loro mantenimento in condizioni di sicura ed efficace funzionalità richieda sia l’utilizzo di tutte le risorse economiche necessarie, sia il mantenimento in carico alle province delle responsabilità che la legge 23/1996  ha loro assegnato.

Quindi non servono fondi assegnati una tantum alle scuole, a prescindere dalle esigenze che eventualmente potrebbero sopraggiungere, ma la certezza che quanto effettivamente serve venga assicurato alle scuole da parte di chi è tenuto a farlo istituzionalmente.
Le scuole e i loro dirigenti devono poter indirizzare in modo prioritario il loro impegno sul versante dell’azione didattico -  educativa e della sua miglior qualità, non possono esaurire la loro funzione nella ricerca di finanziamenti o nella gestione degli edifici. Il moltiplicarsi incontrollato delle incombenze assegnate alle scuole autonome, lungi dal costituire una valorizzazione del ruolo dei dirigenti e della loro professionalità rischia invece di aumentarne in modo insostenibile carichi di lavoro e responsabilità, su aspetti di prevalente carattere burocratico che non sono sicuramente al centro della loro funzione istituzionale.



I coordinatori nazionali  Dirigenti Scolastici
 FLC CGIL
CISL Scuola 
 UIL Scuola
 SNALS CONFSAL
 Gianni Carlini
 Mario Guglietti
 Rosa Cirillo
 Pasquale Ragone


        


  






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