L'OUTDOOR EDUCATION - L'EDUCAZIONE ALL'APERTO
Postato Lunedì, 25 Novembre 2013, ore 12:13:06 da Amministratore |
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Oggi il bambino è "a rischio" non per i pericoli che potrebbe incontrare nella sua vita ordinaria, familiare e scolastica, ma perché non corre alcun rischio, non impara a "mettere in gioco" le sue capacità psicomotorie naturali. Il bambino è in pericolo per inazione. La sua educazione diventa antipedagogica poiché gli vengono "sottratte" (o rese asettiche) le esperienze nella realtà-vera dove sono il corpo, il movimento, i sensi, le relazioni concrete con le cose e con le persone a guidare la sua maturazione. Il senso autentico dell’educazione è quello di aprire i campi d’esperienza al bambino, non di chiuderli. Di questo si è parlato il 16 novembre 2013, a Bologna, al convegno promosso dalla rivista "Infanzia" , dal settore istruzione del Comune di Bologna, dalla Fondazione Villa Ghigi e dall’Università, presso il teatro "Testoni Ragazzi". Si chiama Outdoor education e in molti Paesi europei è realtà. ...
"Salviamo i bambini dalla prigione delle nostre aule.
Sì, avete letto bene.
Dobbiamo far uscire i nostri ragazzini dalle classi: abbattere le mura dei nostri istituti. C’è un’urgenza: dobbiamo tornare a farli correre, saltare, giocare, in mezzo a un campo, nei giardini delle nostre scuole. Far loro respirare l’aria. Portarli a vedere un fiume o educarli a girare una città prendendo la metropolitana o il treno. Abbiamo bisogno di tornare a sporcarci le mani, a usarle per digitare sulla tastiera del tablet e per toccare la terra, le foglie, gli alberi, le lumache. Abbiamo necessità di insegnare ai bambini ad andare a scuola da soli, nonostante molti dirigenti in questi anni abbiano costretto i genitori a prelevare i ragazzi a scuola.
A Bologna, da anni, alcune scuole dell’infanzia, ma anche qualche primaria, hanno incluso nella loro esperienza questa pratica in giardini e cortili progettati con e per i bambini; uscendo e dormendo in un bosco con bimbi della materna; coinvolgendo i genitori in percorsi nella natura; imparando a prendere un autobus per andare a visitare un orto sociale. Don Lorenzo Milani, profeta del nostro tempo, già sessant’anni fa, faceva lezione sotto un albero e aveva accanto alla canonica una piscina per i ragazzi. Le immagini della scuola di Barbiana fotografano don Milani che passeggia tra i boschi con i bambini; ragazzi impegnati a costruire una libreria, intenti a dipingere sul sagrato della canonica.
Nel 2000, il timore dettato dalla burocratizzazione della scuola, dall’obbligo di documentare ogni piccolo incidente del bambino (dalle sbucciature del ginocchio, alla casuale epistassi, alla caduta dovuta a uno spintone del compagno) ha reso i dirigenti scolastici dei tristi esecutori o interpreti della legge privi di un sogno pedagogico.
L’iper protezione – come hanno affermato gli esperti intervenuti al convegno – è tanto amorevole quanto dannosa: teniamo i bambini al sicuro, agli arresti domiciliari o scolastici; nessun attrito, nessuna possibilità di inciampare, di capire che la realtà è affascinante da conoscere perché è anche difficile, ruvida, a volte ostile. Forse dobbiamo iniziare a fare meno test con i nostri bambini, a cancellare dal dizionario le parole somministrare, verificare, interrogare per usare i verbi correre, lanciare, saltare.
L’Outdoor education ci insegna che le nostre scuole vanno ripensate, ristrutturate mettendo al centro il bambino: vanno rimodellati gli spazi, i giardini; dev’essere rottamata l’idea di un solo intervallo di dieci minuti su otto ore di scuola; dobbiamo creare momenti in cui i nostri ragazzi possano entrare e uscire dall’aula senza dover fare come in carcere “la domandina”.
La scuola deve diventare come una casa, un luogo accogliente. Nelle immagini presentate al convegno di Bologna ce n’è una che mi ha fatto riflettere: un gruppo di bambini che si divertono a giocare saltando nelle pozzanghere. Ecco, in quella fotografia, c’è il sogno di una nuova pedagogia che fa della nostra scuola non l’industria dell’obbligo, ma un cantiere dove sperimentare il senso di libertà."
(Alex Corlazzoli - maestro e giornalista)
LOCANDINA DEL CONVEGNOVIDEO DEL CONVEGNO SU YOUTUBE
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