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  Articolo n. 2280 - © News SNALS-Confsal Brindisi - 411 letture
DEF 2015: DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA - LE SCHEDE SULLA SCUOLA
Postato Venerdì, 10 Aprile 2015, ore 16:00:00 da Amministratore

NORMATIVA E POLITICA






IL DEF 2015 (Documento di economia e finanza) dedica 7 schede di approfondimento sul sistema di istruzione.
La prima riguarda il piano "Buona Scuola"; le altre 6 toccano i seguenti temi: il rapporto OCSE, i #Cantieri per la scuola, l'Afam, gli Istituti tecnici superiori, il Repertorio nazionale dei titoli di studio e delle qualifiche professionali, gli incentivi alla mobilità degli studenti. ...






SCARICA IL DOCUMENTO

A marzo 2015 il Governo ha approvato il disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, c.d. La Buona Scuola. Il disegno di legge consente di realizzare pienamente l'autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie.

Le scuole avranno un organico potenziato (garantito a partire dal prossimo anno scolastico attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire tutte le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l'offerta formativa, fronteggiare la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica.

Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell'offerta formativa. I Piani diventano triennali e saranno predisposti dai dirigenti scolastici, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali. Vengono affidati nuovi e maggiori poteri gestionali al dirigente dell’istituto scolastico.

I presidi potranno scegliere la loro squadra individuando i nuovi docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell'offerta formativa all'interno di appositi albi territoriali costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli albi confluiranno i docenti assunti nel primo anno attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi. Gli incarichi affidati saranno resi pubblici.

Il disegno di legge dà il via libera a un piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l'organico dell'autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo tale data le assunzioni avverranno solo per concorso. Il disegno di legge prevede il potenziamento delle competenze linguistiche: in particolare l'italiano per gli studenti stranieri e l'inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie.

Nel progetto de La Buona Scuola viene dato maggiore spazio all’educazione ai corretti stili di vita e allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze degli studenti.

Al fine di favorire l'alternanza scuola-lavoro, sono previste almeno 400 ore nell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei da svolgere sia in azienda, che in enti pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all’anno a partire dal'2016. Circa 90 milioni vengono stanziati per l'innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione. Il disegno di legge interviene anche sulla dimensione delle classi.

I presidi hanno il potere di derogare alle regole attuali: utilizzando l'organico in modo flessibile potranno evitare la formazione di classi troppo numerose. Al fine di incentivare la formazione continua dei docenti, viene introdotta un voucher di 500 euro da utilizzare per l'aggiornamento professionale attraverso l'acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l'ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell'offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Un bonus per valorizzare i docenti. Viene poi istituito il bonus annuale delle eccellenze destinato ai docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di Istituto, assegnerà il bonus ai suoi insegnanti per premiare chi si impegna di più. Peseranno la qualità dell'insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo della scuola. Per il bonus vengono stanziati 200 milioni all'anno.

Al fine di aumentare la trasparenza nella governance degli istituti scolastici, viene istituito un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutti i dati relativi al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell'edilizia, Piani dell'offerta formativa, dati dell'Osservatorio tecnologico, curriculum vitae degli insegnanti, incarichi di docenza. Per attrarre nuovi capitali privati nella scuola, vengono predisposti due strumenti: il 5 per mille alla scuola e lo school bonus. Il 5 per mille viene esteso anche alle scuole.

Con lo school bonus, invece, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all'occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (ossia un credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. S’introduce così un nuovo approccio all'investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Viene affermata la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria dell'infanzia o del'primo ciclo.

Il progetto di riforma prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, scuole green e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L'Osservatorio per l'edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell'Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole.

Il disegno di legge assegna poi la delega al governo a legiferare in materia di: semplificazione del Testo Unico della scuola, valutazione degli insegnanti, riforma dell'abilitazione all'insegnamento, del diritto allo studio, del sostegno e degli organi collegiali, creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.




A settembre 2014 è stato pubblicato il rapporto dell'OCSE ‘Education at a Glance’ sullo stato dell'istruzione nel mondo per il 2014.
Per quanto riguarda l'Italia, si evidenzia che le maggiori difficoltà cui fanno fronte i giovani italiani per trovare un lavoro rischiano di compromettere gli investimenti nell'’istruzione.
La percentuale dei 15-29enni senza attività lavorativa e che sono usciti dal sistema d'’istruzione o non sono iscritti a corsi di formazione (NEET) è aumentata tra il 2008 e il 2012 dal 19,2% al 24,6%.
Tale aumento è stato più marcato per gli uomini (7,1 punti percentuali) rispetto alle donne (3,8 punti percentuali) ed è stato osservato tra i 20-24enni (9,5 punti percentuali).
Date le sempre maggiori difficoltà incontrate nella ricerca di un lavoro, la motivazione dei giovani italiani nei confronti dell'istruzione è diminuita: tassi d'iscrizione all'università in Italia hanno segnato una fase di ristagno o sono diminuiti negli anni più recenti ed è aumentato il numero di studenti che abbandonano precocemente gli studi.
Per quanto riguarda il livello d'istruzione tra il 2000 e il 2012, l'Italia ha registrato aumenti significativi del livello d’istruzione soprattutto per quanto riguarda le donne.
La percentuale dei 25-34enni che non aveva raggiunto il livello d'istruzione secondario superiore è diminuita dal 41% nel 2000 al 28% nel 2012.
Nello stesso periodo, la percentuale dei laureati di 25- 34 anni è aumentata costantemente dall'11% al 22%.
In media, i tassi di laureati hanno registrato un maggiore aumento nei Paesi dell'OCSE (+13,2 punti percentuali) rispetto all'Italia (+11,8 punti percentuali) tra il 2000 e il 2012, partendo da un livello più alto (26% di laureati in media nei Paesi dell'OCSE rispetto all'11% in Italia nel 2000).
Tuttavia, l’'aumento in Italia è stato più ampio di quanto osservato nello stesso periodo in Spagna (5,2 punti percentuali) e in Germania (6,7 punti percentuali).
Sebbene le donne siano chiaramente sottorappresentate tra i nuovi laureati soprattutto in discipline scientifiche, in Italia le differenze di genere nelle diverse aree disciplinari sono spesso meno grandi rispetto a quelle osservate in altri Paesi dell'OCSE.
Per quanto riguarda, invece, la qualità dell'istruzione di base, si sono registrati importanti segni di miglioramento.
l'indagine OCSE-PISA mostra che in Italia, tra il 2003 e il 2012, la percentuale degli studenti quindicenni che hanno conseguito risultati nella fascia inferiore della scala di competenze in matematica è diminuita e, allo stesso tempo, la percentuale di studenti che ottengono risultati nella fascia alta delle competenze è aumentata.
Inoltre, i risultati dello studio del 2012 sulle competenze degli adulti (PIAAC) mostrano che i 25- 34enni in Italia ottengono migliori risultati nelle prove di lettura e di comprensione di informazioni numeriche e di idee matematiche (competenze matematiche) rispetto alle generazioni precedenti (35-44 anni) e con un margine più ampio di differenza rispetto a molti altri Paesi (risultato probabilmente ascrivibile a una migliore istruzione di base).
Per quanto riguarda la spesa dedicata al percorso di studi di uno studente, tra i 34 Paesi esaminati con dati disponibili, l'Italia è il solo Paese che registra una diminuzione della spesa pubblica per le istituzioni scolastiche tra il 2000 e il 2011 (dal 94 all'89 per cento).
Al contrario, la percentuale del finanziamento totale per le scuole e le università che proviene da fonti private è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2011.
Per quanto riguarda l'istruzione preprimaria, infine, il 92% dei bambini di 3 anni di età è iscritto alla scuola dell'infanzia (preprimaria), rispetto alla media del 70% per l'area dell'OCSE.
I tassi d'iscrizione crescono fino a raggiungere il 96% per i bambini che hanno compiuto 4 anni.
Tali tassi sono tra i più alti osservati nei Paesi dell'OCSE.
Il 70% degli alunni è iscritto nelle istituzioni pubbliche dell'istruzione preprimaria, il rimanente 30% è iscritto presso istituti indipendenti privati.
La spesa per studente nella scuola preprimaria è lievemente superiore alla media dell'area.



Sono stati promossi dal MIUR due progetti per proposte sulla valorizzazione dei docenti e le competenze degli alunni: •

  • il Cantiere #1, ‘Docenti,’ farà proposte in materia di formazione, reclutamento e valorizzazione della professionalità degli insegnanti, partendo da una ricognizione precisa del quadro esistente. In particolare, sarà fatto un lavoro molto approfondito sui dati che riguardano il precariato e le sue stratificazioni.

  • il Cantiere #2, ‘Competenze per il Made in Italy,  lavorerà invece sulle competenze necessarie per preparare gli studenti al nuovo mondo del lavoro. In particolare, farà proposte per superare il disallineamento tra offerta formativa e domanda di nuove competenze che emerge dai grandi cambiamenti sociali, globali e tecnologici.
    Il Cantiere si soffermerà in particolare sul rafforzamento e rilancio dell'istruzione tecnica e della formazione professionale.
    Ma tratterà anche delle altre competenze (digitali e linguistiche) indispensabili per crescere ragazzi che dovranno sempre più avere una vocazione internazionale.

I Cantieri (vedi nostro articolo) resteranno aperti per tre mesi e agiranno durante questo periodo come catalizzatori di proposte e innovazione per il mondo della scuola.
Aiuteranno a mobilitare tutte le energie e le risorse necessarie intorno alle soluzioni individuate, anche attraverso una consultazione online e offline che coinvolgerà cittadini, docenti, presidi, studenti, sindacati e associazioni.
Portale ForMiur Smartcommunity Il portale web ForMiur Smartcommunity è dedicato interamente all'informazione e alla conoscenza per il miglioramento dei servizi scolastici per migliorare le competenze e facilitare lo scambio di esperienze e gestire al meglio le complesse attività di una scuola.
Il portale è sviluppato da Formez PA nell'’ambito del progetto ‘Agorà ForMiur’ - PON 2007- 2013 ‘Competenze per lo sviluppo’ (FSE), Asse II - Capacità istituzionale.
Attraverso quattro focus tematici, ForMiur Smartcommunity propone servizi di informazione, apprendimento ed aggiornamento normativo, offrendo gli strumenti tecnici e giuridici necessari per promuovere la capacità amministrativa e gestionale degli istituti scolastici.
Il sito favorisce e supporta lo sviluppo di comunità on line, network ed ambienti per la formazione e-learning, promuovendo modelli e buone pratiche nel campo dell'’istruzione.
Attraverso il portale, inoltre, è possibile accedere a servizi di accompagnamento ed help desk per gli utenti.
 



I punti qualificanti dell'’azione del Governo per il rilancio dell'Alta formazione sono i seguenti:

  • Assunzione a tempo indeterminato della metà dei precari nel settore, con l’'obiettivo di assumere in pochissimi anni anche tutti i restanti precari mettendo il sistema in condizione di funzionare correttamente, con assunzioni al 50% dalle graduatorie storiche e al 50% da concorso.
  • Formazione della Graduatoria nazionale per il conferimento degli incarichi a tempo determinato. Per la prima volta il bando sarà messo a punto ascoltando i contributi dei cittadini e degli addetti ai lavori, oltre che dei sindacati.
  • Sblocco di 5 milioni destinati ai 20 Istituti musicali parificati presenti in Italia.
  • Riparto dei contributi per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni AFAM: si tratta di oltre 9 milioni che riguardano 80 istituzioni.
  • Bando per l’'assegnazione di 200 premi intitolati alla memoria del Maestro Abbado, che verranno assegnati da Commissioni nominate dal Ministero sulla base di valutazione del merito artistico mediante audizioni e verifica della qualità delle opere artistiche prodotte, come pure sulle condizioni economiche dello studente (ISEE).
  • Creazione in maniera trasparente e meritocratica di una rosa di personalità per le nomine del MIUR nei CdA in ciascuna delle 80 Istituzioni AFAM, scelti fra personalità del mondo dell’'arte e della cultura, del sistema produttivo e sociale, delle professioni e degli enti pubblici e privati. Per assicurare massima trasparenza alla procedura, professionalità, turnazione e qualità degli esperti nominati dal Ministro, sarà diffuso un Avviso pubblico per raccogliere candidature che saranno selezionate per formare una rosa di esperti da cui attingere per le nomine nei CdA.
  • #CantiereAFAM: come per la scuola, anche per l'’AFAM sarà attivato un #Cantiere aperto alla partecipazione di competenze e esperienze esterne all'’Amministrazione. Un gruppo di esperti avrà il compito di redigere un Rapporto per ridefinire il futuro del settore con proposte di riforma (anche in materia di governance delle istituzioni e degli statuti) e che dovrà offrire una nuova visione del ruolo che questo mondo può avere per il futuro del Paese. Il Rapporto sarà reso pubblico e aperto a proposte provenienti da stakeholder esterni.



I percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) si confermano un buon canale di accesso al mercato del lavoro .
Complessivamente sono stati presi in esame 249 corsi IFTS, conclusi tra l’'anno 2010 e l'’anno 2013.
I corsi sono stati individuati in stretto raccordo con le Amministrazioni regionali sulla base delle attività programmate in modo che, in un'ottica massimante inclusiva, gli stessi potessero essere rappresentativi dell'’intero periodo programmazione, riferibile alla fase di prima attuazione della riorganizzazione del canale IFTS (2008-2013).
Tra coloro che hanno concluso un corso nel periodo 2010-13 la quota degli occupati è pari al 57,3 per cento.
Il 45,6 per cento degli ex corsisti ha modificato la propria condizione trovando un'occupazione (38,2 per cento) o cambiando lavoro (7,4 per cento).
La nuova occupazione ha interessato in misura maggiore i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni e in particolare coloro che avevano già concluso il proprio percorso nel sistema scolastico, avendo conseguito un diploma o un titolo di livello terziario (per questo target le percentuali di nuova occupazione superano il 51 per cento).
Al contrario per gli adulti che con più di 35 anni gli IFTS hanno rappresentato una occasione di formazione continua in quanto, più frequentemente occupati, sono anche coloro che hanno mantenuto la stessa occupazione che avevano dichiarato al momento dell'iscrizione al corso.
Un altro 11,6 per cento non ha un lavoro ma non lo cerca, per lo più in quanto già impegnato in percorsi di studio.
E’ invece pari al 15,8 per cento la quota di ex iscritti che si sono indirizzati verso nuovi percorsi di istruzione e formazione.
Di conseguenza il tasso di successo e inserimento lordo (occupazione e percorsi di istruzione/formazione) sale sino al 73,1 per cento.
Il canale IFTS, finalizzato a valorizzare la dimensione della cultura tecnica e tecnologica e la cui programmazione è a titolarità regionale, coinvolge prevalentemente gli uomini (63,2 per cento contro il 36,8 per cento delle donne).
Il 94 per cento degli ex corsisti ritiene di aver potenziato conoscenze e abilità direttamente connessi a contenuti tecnico professionali.
In questo ambito gli IFTS si confermano come canale privilegiato per verticalizzare le competenze di tipo tecnico.
Lo stesso vale per l’'opportunità di essere entrato in contatto diretto con il mercato del lavoro.
Questo aspetto è stato segnalato più frequentemente dai qualificati e diplomati, gli stessi che nella metà dei casi affermano di aver imparato una professione grazie alla frequenza del corso IFTS.
Particolarmente interessante il fatto che le imprese sembrano rispondere in modo positivo alle sollecitazioni provenienti dal versante formativo, tanto che i corsisti che hanno ricevuto una proposta di lavoro dall'’azienda presso cui hanno realizzato lo stage rappresentano il 26 per cento di tutti gli stage.
Lo stage si è trasformato quindi in un'opportunità di lavoro per il 21,3 per cento degli ex corsisti.
Per quanto riguarda l’'occupazione prodotta, questa si configura come continuativa nel tempo e stabile per oltre l’84 per cento degli ex corsisti occupati.

Sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi formativi ITS
A settembre è stato presentato il rapporto sul ‘Sistema di monitoraggio e di valutazione dei percorsi formativi’ nell'’ambito dei piani territoriali adottati per ogni triennio dalle Regioni in relazione alla programmazione dell'’offerta formativa di Istruzione e formazione tecnica superiore.
In base a modalità e criteri di attuazione predefiniti dal sistema sono state, pertanto, definite le modalità di applicazione degli indicatori di realizzazione e di risultato per poter accedere ad ulteriori finanziamenti.
Si viene a realizzare così un sistema di premialità per gli ITS virtuosi che hanno permesso agli studenti di inserirsi con successo e in modo permanente nel mondo del lavoro.
Il Rapporto ha evidenziato in particolare che gli ITS sono complessivamente 74 di cui 10 di nuova costituzione in partenariato con 251 Istituti Scolastici, 510 Imprese e Associazioni d'’Imprese, 125 Università e Centri di ricerca, 208 Enti di Formazione, 153 Enti Locali.
Due ITS della Regione Veneto hanno istituito sedi operative in Lombardia, nell’'ambito della programmazione multiregionale lombarda.
Al 31 dicembre 2013 risultano attivati 231 percorsi per un totale di 4.800 corsisti mentre per il 2014 sono stati programmati più di 100 nuovi percorsi che riguardano circa 2.000 studenti.
Su un campione di 68 percorsi conclusi, per un totale 1.214 diplomati, risulta già occupato il 64,66 per cento dei corsisti.
Il finanziamento nazionale per il 2014 è stato di 75,3 milioni.
 



Il decreto legislativo n. 13/2013, attuativo della delega contenuta nella legge Fornero (92/2012), e adottato su proposta del Ministero del lavoro e del Ministero dell’istruzione, introduce nell’ordinamento italiano il diritto all’apprendimento permanente e la certificazione delle competenze come modalità privilegiata per favorire il reingresso delle persone nei sistemi di istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita e per garantire alla formazione maggiore pertinenza e spendibilità, nazionale e comunitaria, in rapporto ai fabbisogni professionali.
Il decreto riorganizza in una disciplina unitaria una serie di istituti, alcuni previgenti la norma (come la certificazione a conclusione dei percorsi formali di studio e formazione di ogni ordine, grado e territorio), altri di nuova introduzione (come la validazione degli apprendimenti acquisiti nei diversi contesti di vita della persona). Gli elementi centrali che sostanziano il provvedimento sono due:

  • la definizione di un quadro di standard minimi e livelli essenziali delle prestazioni (LEP) validi per tutte le amministrazioni centrali e regionali che a diverso titolo hanno titolarità nel rilascio di titoli di studio e qualificazioni professionali, di ogni ordine e grado;
  • l'implementazione del Repertorio Nazionale dei titoli di studio, di formazione e delle qualificazioni professionali, quale riferimento unitario per la certificazione delle competenze acquisite dalle persone, organizzato in 24 settori economico professionali e articolato negli 8 livelli di complessità definiti dalla Raccomandazione per il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF). Il repertorio in questione assume al proprio interno contenuti e funzioni anche del Repertorio delle professioni previsto dal Testo unico dell'apprendistato (D. lgs. n. 167/2011).

L'attuazione del D.Lgs. n. 13/2013 è rimessa all’adozione di apposite Linee guida elaborate su proposta di un Comitato Tecnico Nazionale composto da tutte le amministrazioni pubbliche nazionali e regionali competenti in materia e insediatosi operativamente a gennaio 2014.
L'attuazione del D.Lgs. n. 13/2013 è rimessa all’adozione di apposite linee guida elaborate su proposta di un Comitato Tecnico Nazionale composto da tutte le amministrazioni pubbliche nazionali e regionali competenti in materia e insediatosi a gennaio 2014.
La definizione di un quadro strategico nazionale per l’apprendimento permanente è da oltre un quindicennio oggetto di ricorrenti sollecitazioni da parte dell’Unione europea all’Italia, sia nell'ambito delle raccomandazioni in relazione al Piano Nazionale di Riforma, sia nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali. Da ultimo l’operatività della certificazione delle competenze, almeno nell’ambito dei sistemi della formazione professionale regionale, è stata assunta tra le condizionalità ex ante per l’avvio dei programmi operativi di FSE per il periodo 2014-2020 (condizionalità 10.3).
In continuità con il piano di lavoro che dal 2010 al 2012 aveva condotto all’'approvazione del decreto legislativo 13/2013, è stato concordato con la Commissione europea un piano di lavoro volto ad assicurare, entro il 2014, un riferimento unitario e operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze nella prospettiva della più ampia attuazione del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze di cui al D.Lgs. n. 13/2013.
In attuazione di questo cronoprogramma il Ministero del lavoro e le regioni, con il supporto di Isfol, hanno condotto negli ultimi diciotto mesi un consistente e serrato lavoro tecnico che ha portato alla definizione di un primo impianto di riferimenti operativi e applicativi, coerenti con il D.Lgs. n.13/2013, sia in riferimento al Repertorio Nazionale, sia in rapporto al quadro di standard minimi dei servizi di validazione e certificazione delle competenze. Questo impianto è stato approvato con intesa nella Conferenza stato Regioni del 22 gennaio 2015. Nel corso del 2015, si prevede di proseguire il lavoro di cooperazione interistituzionale al fine sia di accompagnare la fase di prima applicazione dell'’Intesa, sia di trasferirne i contenuti nell'ambito del più complessivo iter di attuazione Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze.



Al fine di accrescere il tasso di internazionalità della nostra università, ancora basso rispetto alla media europea, nel 2015 sono previsti l’'estensione e il potenziamento del programma Erasmus e la sua progressiva inclusione a pieno titolo nel curriculum di studi.
Grazie a interventi sul cosiddetto ‘Fondo Giovani’ , già dal 2014 sono state incrementate le risorse per la mobilità studentesca, ammontanti a 51M.
Al fine di incentivare comportamenti virtuosi tra gli Atenei, le risorse disponibili sono ripartite per valorizzare:

i) le Università che, considerata la platea di studenti iscritti, desiderano aumentare il numero di studenti che partecipano alla mobilità internazionale (criterio di ripartizione: numero degli iscritti - peso 35%);

ii) le Università che fanno mobilità di qualità, progettando in anticipo le attività formative svolte all’'estero, riconoscendole per il conseguimento del titolo e assicurandosi che gli studenti con esperienze di mobilità completino gli studi (criterio di ripartizione: numero dei CFU acquisiti all’'estero e numero di Laureati con esperienze di mobilità - peso 65%).

Rispetto al passato, aumenta la flessibilità nell'’uso delle risorse.
Quanto attribuito nel 2014 potrà essere impiegato dalle Università dall’'anno accademico 2014/2015 fino all'a.a. 2016/2017, a beneficio degli studenti di tutti e tre i cicli, per qualunque destinazione all’'estero e per svolgere attività formative finalizzate all’'acquisizione del titolo di studio tra cui mobilità per studio, mobilità per ricerca, mobilità per tirocini o per tesi.
Sono allo studio facilitazioni nella concessione di visti per studenti e ricercatori, anche nella prospettiva di una portabilità delle carriere nello Spazio Europeo della Ricerca (ERA) e in quello della Formazione Superiore (EHEA).








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