La
Licia CIANFRIGLIA, poco nota e mai sentita prima che mi capitasse il suo post nella Home della mia pagina Facebook, attraverso i like e le condivisioni di amici degli amici.
Parole dure e offensive nel suo post verso il Sindacato che gestirebbe clientele ed interessi. Ci potrebbero essere gli estremi di una denuncia per diffamazione.
Arginare la discrezionalità dei dirigenti scolastici, per quanto riguarda la gestione del "merito" e della chiamata diretta, è soprattutto garanzia di trasparenza, oggettività, democrazia, collegialità e condivisione, valori che la legge 107 ha minato determinando una insana competizione e una irragionevole conflittualità tra il personale, alterando il ruolo del dirigente scolastico e ferendo profondamente la dignità dei docenti. Mai una riforma sulla scuola ha avuto una opposizione così strenua e così tenace come quella che studenti, docenti, ATA e dirigenti scolastici, tutti insieme, hanno portato avanti per un anno scolastico intero. L'anno scolastico 2014/2015 sarà ricordato come il più travagliato nella storia della Scuola italiana, dal 3 settembre 2014, con la presentazione del Rapporto "La Buona Scuola" da parte di Renzi al 16 luglio 2015 con l'entrata in vigore della legge 107. Una legge con un solo articolo e 212 commi, approvata a "colpi di fiducia", senza che il Parlamento potesse intervenire. In
questo dossier ho raccolto tutti gli avvenimenti e i tentativi di contrasto e di opposizione alla legge 107 in quel memorabile anno scolastico.
In secondo luogo, arginare la discrezionalità dei dirigenti scolastici è anche una garanzia per gli stessi dirigenti che per poco più di 2000 euro al mese sono oberati da grandi responsabilità con il rischio di conseguenze anche penali. Lo sapete, cari colleghi dirigenti, che aver sottratto la distribuzione del merito dalla contrattazione con la RSU e i sindacati vi pone nella condizione di essere denunciati per abuso di ufficio e/o conflitto di interessi da parte di docenti che ritengono di essere stati lesi nei propri diritti? Infatti eventuali comportamenti del dirigente scolastico ritenuti non legittimi non rientrerebbero più in una violazione di carattere contrattuale di competenza del giudice del lavoro, ma sarebbero la violazione di una legge, la 107, di competenza della magistratura ordinaria con il reato di abuso d'ufficio e conflitto di interesse penalmente punibili.
Di questo, infatti, se ne è accorto lo stesso MIUR! Da una parte butta a mare i suoi dirigenti, dall'altra li esorta, con le
FAQ sul comitato di valutazione, la n. 19 in particolare, a evitare comportamenti e ogni situazione, anche potenziale, di conflitto di interessi nell'attribuzione del
premio a eventuali parenti o amici che lavorano nella scuola, citando l'
art. 51 del Codice di procedura civile che si riferisce all'astensione dei giudici nei processi: "
Il giudice ha l'obbligo di astenersi se egli stesso o la moglie è parente fino al quarto grado o legato da vincoli di affiliazione o è convivente o commensale abituale di una delle parti o di alcuno dei difensori". Insomma se il Dirigente ha un parente a scuola o va a pranzo con qualche dipendente
deve "
astenersi dalla valutazione e dalla conseguente assegnazione del bonus, informando di tale situazione il Direttore (o il Dirigente preposto) dell 'USR di competenza" (visto che stiamo parlando di pranzo, siamo proprio alla frutta!).