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IL GOVERNO CAMBI STRATEGIA POLITICA E CAMPI DI INTERVENTO
Data: Mercoledì, 11 Marzo 2015, ore 14:07:10
Argomento: AZIONI DEL SINDACATO






RAFFORZI LA SUA AZIONE CON IL RISPETTO DEL RUOLO DEL PARLAMENTO E DELLE PARTI SOCIALI

Editoriale del Segretario Generale della CONFSAL Marco Paolo NIGI...



Il Consiglio Generale della Confsal di metà gennaio 2015 individuò nel mancato intervento sui “reali” fattori di crescita la causa principale della recessione economica e della elevata disoccupazione.
Pertanto, il Consiglio Generale chiese al governo un deciso cambio di strategia politica, attraverso un forte impegno a favore di una riforma del fisco incentrata sull’equità e su una autentica e efficace lotta all’evasione fiscale, di un significativo sostegno all’istruzione, alla formazione, alla ricerca e alla innovazione tecnologica, della ottimizzazione delle politiche energetiche, industriali e ambientali, della riforma della pubblica amministrazione raccordata con una equilibrata e giusta spending review e di un serio contrasto all’economia irregolare e al lavoro sommerso, alla corruzione e alla criminalità organizzata.

Dopo pochi giorni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo messaggio al Parlamento all’atto del giuramento, affermò: “la strada maestra di un Paese unito è quella che indica la nostra Costituzione, quando sottolinea il ruolo delle formazioni sociali, corollario di una piena partecipazione alla vita pubblica” e ancora “la crisi di rappresentanza ha reso deboli o inefficaci gli strumenti tradizionali della partecipazione, mentre dalla società emergono, con forza, nuove modalità di espressione che hanno già prodotto risultati avvertibili nella politica e nei suoi soggetti”.

Il 22 febbraio 2015 il Governo Renzi, ad un anno dal suo insediamento, poteva contare ben trentaquattro voti di fiducia in merito a decreti su materie fondamentali, alla legge di stabilità e alla delega per il Jobs Act.

Intanto, dalla elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad oggi, si è registrata una nuova situazione politica e parlamentare, con la crisi del patto del Nazareno, con la “nuova” pressione sull’Esecutivo della minoranza PD e con le imprevedibili dinamiche del gruppo parlamentare del movimento Cinque Stelle.

Ed è cosi che il Governo Renzi, con buona probabilità, sarà costretto a rivedere le sue strategie politiche e parlamentari.

In sintesi, si renderà indispensabile riscoprire il ruolo autentico del Parlamento e la sua primaria funzione legislativa.

Il Governo Renzi dovrà utilizzare il decreto legge soltanto nei casi di effettiva urgenza, non ricorrere in via ordinaria alla fiducia parlamentare e, soprattutto, tener conto di quanto affermato dal Presidente della Repubblica in merito al ruolo istituzionale del Parlamento, delle formazioni sociali e dei corpi intermedi, nonché alla crisi della rappresentanza.

Tutto questo comporterà per il Governo Renzi un immediato e deciso cambio di strategia politica e di campi di intervento, quali quelli indicati dalla Confsal, nonché l’adozione dei tradizionali strumenti legislativi e relazionali con il pieno coinvolgimento del Parlamento e con l’immediato abbandono del metodo dell’esclusione dal confronto democratico dei corpi intermedi e, per le politiche del lavoro e del welfare, dei sindacati.

In questo mutato contesto politico sarà più impegnativo governare le serie difficoltà sul fronte delle riforme costituzionali, del fisco, della previdenza, della “buona scuola” con l’assunzione dei precari, della pubblica amministrazione e dell’attuazione del Jobs Act.

A nostro avviso, il Governo Renzi, al fine di superare la difficile prova delle fibrillazioni dei partiti e dei gruppi parlamentari e la posizione critica delle forze sociali, deve recuperare un corretto confronto politico, da tenere nella distinzione dei ruoli istituzionali e costituzionali e delle responsabilità politiche.

Per la Confsal esiste un'altra strategia politica funzionale alla effettiva e tangibile crescita economica e occupazionale e, nel contempo, esiste anche un altro modo di governare nel rigoroso rispetto del ruolo del Parlamento e con una ragionevole inclusione sociale dei corpi intermedi e dei sindacati.

In questi giorni il sindacato Italiano è uscito rafforzato dall’alta partecipazione al voto nelle elezioni delle rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro, nel settore pubblico e in quello privato, peraltro in controtendenza con gli esiti elettorali delle ultime consultazioni politiche e amministrative, in cui l’adesione al voto non ha raggiunto il 50%.

Anche questo evento politico-sindacale meriterebbe una seria riflessione comparativa da parte del Governo Renzi, impegnato da mesi a depotenziare, con una serie di provvedimenti discutibili, il “sindacato dei lavoratori”.

A questo punto, il nostro auspicio è che il Governo trovi il modo di cambiare strategia politica e campi di intervento e consegua gli obiettivi politici seguendo l’impegnativo percorso del pieno rispetto dei ruoli istituzionali, sempre alla ricerca della più larga condivisione democratica possibile.

A nostro parere, al di fuori di questa ragionevole prospettiva, la strada delle riforme, quelle giuste e effettivamente funzionali alla crescita economica e occupazionale e allo sviluppo del Paese, si presenterebbe sempre più in salita e irta di difficoltà.







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