È nella Resistenza partigiana che vanno individuate le origini stesse dell'Italia repubblicana.
Il periodo storico in cui la Resistenza fu attiva può essere inquadrato tra l'8 settembre 1943 (data della firma dell'armistizio del governo Badoglio con gli alleati) e il 25 aprile 1945 (data della liberazione dell'Italia dal fascismo).
La resistenza fu guidata dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) formato da sei partiti antifascisti: Il partito d'Azione, il partito Comunista, la Democrazia Cristiana, il partito Liberale, il partito Socialista.
Badoglio prima e Bonomi poi formarono con i partiti del CLN un governo grazie ad un compromesso voluto da Palmiro Togliatti, passato alla storia come "la svolta di Salerno" (aprile 1944),che annunciava la decisione del partito comunista di collaborare con la Monarchia sino alla fine della guerra e che, a guerra terminata, gli italiani avrebbero dovuto scegliere tra Monarchia e Repubblica ed eleggere un'Assemblea Costituente con il compito di redigere una nuova Costituzione.
Intanto, il re Vittorio Emanuele III fu estromesso dalla politica diretta e fu istituita la "luogotenenza", con la quale il principe di Piemonte Umberto di Savoia avrebbe gestito i poteri regali con il titolo di Luogotenente generale del Regno.
Sono suoi i seguenti decreti legislativi luogotenenziali:
Nella giornata del 2 giugno e la mattina del 3 giugno 1946 ebbero luogo il referendum per scegliere fra monarchia o repubblica e le elezioni per l’Assemblea Costituente.
I voti validi in favore della Repubblica furono circa due milioni in più di quelli per la Monarchia con un’Italia spaccata in due:
il nord favorevole alla Repubblica con il 66,2%, ed il sud favorevole alla Monarchia con il 63,8%.
Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente si affermarono:
la Democrazia cristiana con circa 8.000.000 voti pari al 37,2%
il partito Socialista con circa 4.700.000 voti pari al 20,7%
il partito Comunista con circa 4.300.000 voti pari al 18,7%
I risultati del referendum circoscrizione per circoscrizione: