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SARO' FRANCO: NELL'AGENDA DEL PROSSIMO GOVERNO TEMI E SOLUZIONI DI CARATTERE ECONOMICO - I NOSTRI STIPENDI SONO TRA I PEGGIORI D'EUROPA, MENTRE IL COSTO DELLA VITA E' TRA I PIU' ALTI
Data: Mercoledì, 17 Gennaio 2018, ore 15:16:38
Argomento: NORMATIVA E POLITICA







Nell'editoriale "SARÒ FRANCO" di Uno Mattina del 17 gennaio 2018, Franco DI MARE fa un appello al prossimo governo che nascerà dopo le votazioni del 4 marzo nella cui agenda non potranno mancare temi e relative soluzioni di carattere economico.... 



È indiscutibile che siamo usciti dalla crisi, fa notare Franco DI MARE. Tutti gli osservatori concordano nel ritenere che la ripresa potrà essere consolidata soltanto in presenza di riforme serie e strutturali. Occorrerà pensare bene ai passi da fare anche perché la crisi, iniziata esattamente 10 anni fa, nel 2008, ha lasciato macerie e vittime dietro di sé. Siamo diventati un paese pieno di paure, pieno di rancore, secondo l'ultimo rapporto ISTAT, e anche con questo che occorrerà fare i conti, con un paese sfiduciato, una crisi di fiducia degli italiani, con un numero di poveri relativi che è aumentato, con la stanchezza di un ceto medio che ha visto erodere i suoi risparmi a cui ha attinto per far fronte a questa crisi così lunga.
Il prossimo governo, dunque, qualunque esso sia, sarà chiamato a mettere mano a queste questioni e dovrà farlo con le idee chiare, senza anticipare proclami roboanti e irrealizzabili se vorrà seguire i preziosi suggerimenti che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha indirizzato al mondo politico nel suo discorso di fine d'anno.
Mettersi nei panni del cittadino sarà una buona pratica per capire da che parte cominciare. Una indicazione preziosa ci viene dall'Agenzia Europea di Statistica che ha rilevato l'esistenza di un divario con cui la maggior parte degli italiani fa i conti ogni giorno. Una cosa, bisogna dire, che noi sapevamo bene prima ancora che a dircelo fosse l'Europa. Vale a dire che abbiamo salari bassi, tasse elevate e servizi cari. Per dirla in maniera ancora più semplice, banale, se volete, i nostri stipendi sono tra i peggiori d'Europa, mentre il costo della vita è tra i più alti. Attenzione non è responsabilità di questo o di quel governo, è un problema che ha messo radici e si è gonfiato negli anni delle vacche grasse, quando la spesa pubblica è cresciuta e nessuno ci pensava, è cresciuta in modo incontrollato, spendevamo come se non ci fosse un domani. Adesso ci ritroviamo così, con stipendi bassissimi e costo della vita altissimo. Il vero punto della questione non è tanto quello di guadagnare poco. In Spagna, mediamente, gli stipendi non sono poi tanto più alti dei nostri, ma il costo della vita, quello dei servizi, dei beni di consumo essenziali, l'energia, i trasporti, sono inferiori a quelli del nostro paese.  Dunque, il tenore di vita della Spagna risulta migliore di quello dell'Italia. Facciamo qualche esempio concreto: in Germania lo stipendio medio è di 2580 € al mese, ogni tedesco spende mediamente per vivere 37 € al giorno; in questa cifra si calcola tutto, vale a dire, cibo, servizi, salute, trasporti, tasse ... tutto. Calcolatore alla mano, vuol dire che ogni tedesco medio spende 1116 € al mese per vivere. Vale a dire meno della metà dei quello che guadagna. Gli restano in tasca 1464 €. Niente male no! In Italia lo stipendio medio è di 1410 €. Nel nostro paese un cittadino spende mediamente quasi 40 € al giorno per vivere, cioè più di un tedesco, anche se guadagna la metà di un tedesco. Questo vuol dire che alla fine del mese un italiano medio avrà in tasca 219 € con cui affrontare le piccole emergenze che possono capitare, una spesa imprevista, un medicinale fuori ticket, un guasto alla macchina, una multa da pagare. Per vivere, anzi per sopravvivere, un italiano medio spende quasi l'84% di quello che guadagna.
Questa relazione, costo della vita e stipendio è la più alta, la più squilibrata di tutta Europa. In Gran Bretagna lo stipendio medio è di 2470 € al mese, in Francia 2180 € al mese. Questo vuol dire una cosa sola: che in Europa quasi tutti vivono meglio di noi.
Qualunque sia il governo che verrà fuori dalle urne il 4 marzo prossimo non potrà ignorare questo problema.
Non si può chiedere a una nazione di guardare al futuro con ottimismo, non si può chiedere agli italiani di investire nella ripresa, non si può immaginare di sconfiggere la recessione e far girare l'economia con stipendi da poveri e tasse da ricchi. Winston Churchill diceva che una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo che stia in piedi in un secchio e tenti di sollevarsi tirando il manico.

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