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LA NUOVA SENTENZA DELL'ADUNANZA PLENARIA DEL CONSIGLIO DI STATO NON RICONOSCE IL DIPLOMA MAGISTRALE CONSEGUITO ENTRO L'A.S. 2001/2002 TITOLO SUFFICIENTE ALL'AMMISSIONE IN G.A.E
Data: Giovedì, 28 Febbraio 2019, ore 13:15:40
Argomento: NORMATIVA E POLITICA





L'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 5/2019 ha ribadito le sue conclusioni, già espresse con la sentenza n. 11/2017, negando il valore del diploma magistrale quale titolo di accesso alle GAE...





Per fare chiarezza sulla situazione,  si rappresenta, di seguito, in estrema sintesi, la genesi del problema.

Il Consiglio di Stato sezione VI, con sentenza 16 Aprile 2015, n. 1973, affermò il carattere abilitante del Diploma Magistrale conseguito entro l'a.s. 2001/02, cioè prima dell'istituzione della Laurea in Scienze della Formazione Primaria.

Sulla base di quanto sopra si sono sviluppati molti ricorsi tesi al riconoscimento del diritto all'inclusione in GAE (Graduatorie Ad Esaurimento), finalizzate all'immissione in ruolo dei soggetti possessori del titolo sopra richiamato in quanto “abilitati” e, di conseguenza, si sono avute molte sentenze, tutte positive. Alcune, tuttavia, con pronunciamento definitivo, altre con provvedimento cautelare, in attesa della definitiva sentenza.

Sia i destinatari delle prime che delle seconde sentenze sono stati inclusi in Graduatoria ad Esaurimento ed alcuni, giunti in turno di nomina, sono stati immessi in ruolo ed hanno svolto l'anno di formazione destinato alla definitiva conferma nel ruolo della scuola Primaria o dell'Infanzia.

È ovvio che per i secondi (destinatari di sentenza cautelare) il tutto è avvenuto “con riserva”, anche se, dopo le sentenze favorevoli delle sezioni II e VI del Consiglio di Stato non sussistevano molti dubbi sulla conferma di tale orientamento.

Contrariamente alle aspettative, invece, il Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, con la sentenza 20/12/2017, n. 11 ha escluso il diritto dei diplomati magistrale ante 2001/2002, che non abbiano superato alcun concorso, ad essere inclusi in GAE e, con la  recente sentenza n. 5/2019 del 20 febbraio 2019, ha ribadito le sue conclusioni.

Ora, i docenti nei confronti dei quali, a suo tempo, c'è stato un pronunciamento definitivo del Giudice SONO e RESTANO inclusi in GAE, mantenendo il diritto ad ottenere un contratto a tempo indeterminato  e l'immissione in ruolo.
I docenti nei confronti dei quali il Giudice si è espresso in termini cautelari, in attesa di definitiva sentenza, saranno, per effetto delle citate Sentenze, estromessi dalle GAE e dal ruolo, ove acquisito.

Questa situazione crea disparità enormi fra persone che si trovano sostanzialmente in analoga situazione.

Non ci resta che aspettare il 12 marzo 2019 con il possibile annullamento della sentenza della Plenaria del Consiglio di Stato da parte della Corte di Cassazione.

Nell’Italia dei Tribunali appare sempre più difficile garantire lo stesso trattamento a cittadini che pur si trovano nella stessa situazione, con gravi effetti sul principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione e sui principi sanciti dalla CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo).

Ma che fa il Parlamento, che fa il Governo?

È mai possibile che non si possa risolvere politicamente un annoso problema con un così travagliato e tormentato iter giudiziario? Sono centinaia le sentenze definitive favorevoli passate in giudicato, altrettante le ordinanze cautelari, numerose le sentenze favorevoli del Consiglio di Stato, due le sentenze dell’Adunanza plenaria dal tenore contrario e ora si attende la sentenza della Corte di Cassazione!

L'unica soluzione politica al problema (che non corrisponde del tutto alle richieste avanzate dai sindacati), ma che attualmente rappresenta l’unica concreta possibilità di poter accedere al ruolo da parte dei diplomati magistrali, è il concorso. Quello straordinario per i diplomati magistrali con due anni di servizio, già bandito, e quello ordinario a cui si potrà accedere con il solo titolo di studio, ancora da bandire.

(Carmelo NESTA)







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