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SCUOLA, LA SICUREZZA E LA CULTURA DEL CAPRO ESPIATORIO
Data: Domenica, 10 Novembre 2013, ore 10:33:47
Argomento: SCUOLA E UNIVERSITÀ



capro espiatorio
Per capro espiatorio si intende l’animale o uomo capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale, per questo processo di trasferimento, ne viene liberata (anche capro emissario, nella Vulgata hircus emissarius, traduz. dell’ebr. ‘ăzā’zēl). Il nome deriva dal rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione (kippūr), quando un capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto (Lev. 16, 8-10; 26).
Questa trasmissione del male era conosciuta anche dai Babilonesi e Assiri, e dai Greci. Partecipando alla Messa i cattolici, forse senza riflettere molto, recitano le parole di Giovanni: "Ecce Agnus Dei, ecce Qui tollit peccatum mundi". Operazione ingegnosa, che carica su un povero caprone i peccati di tutti, evitando di assumersi le dovute responsabilità. ...




In senso figurato, un “capro espiatorio” è qualcuno a cui è attribuita tutta la responsabilità di malefatte, errori o eventi negativi e deve subirne le conseguenze. La ricerca del capro espiatorio è l’atto di voler identificare irragionevolmente in una persona, un gruppo di persone, o una cosa la causa responsabile di gravi problemi, con il celato obiettivo di nascondere le vere cause o i veri colpevoli.

La ricerca del capro espiatorio è devastante perché la colpa è attribuita a un gruppo di minoranza, che trova difficile difendersi dalle accuse. Una tattica spesso impiegata è quella di caratterizzare un intero gruppo di individui per la condotta non etica o immorale di un piccolo numero di appartenenti a tale gruppo.

Tra i soggetti usati come capri espiatori nel corso della storia troviamo ad esempio i neri, gli immigrati, i comunisti, i terroni, le streghe, i catari, gli ebrei, i matti, i lebbrosi, gli omosessuali, i disabili, gli zingari. 

Ora ci sono anche i presidi e i professori.

La condanna di tre docenti responsabili della sicurezza del liceo Darwin di Rivoli (vedi articolo di stampa) apre un problema di cui i giudici non hanno tenuto conto, ma di cui si dovrà occupare il Ministero: quanti insegnanti, d’ora in poi, saranno disponibili ad assumere incarichi nell’ambito della sicurezza per pochi spiccioli di fondo di istituto, ma con il rischio di finire in un’aula di tribunale e di essere condannati ad un paio d’anni di reclusione?
Non è improbabile che, già dai prossimi giorni, in molte scuole italiane docenti e personale amministrativo si dimettano da incarichi in materia di sicurezza.


Né è da escludere un “effetto domino”: se in una scuola vi sono 3 docenti responsabili, in caso di dimissioni anche di uno solo di loro, le responsabilità verrebbero comunque a ricadere su coloro che restano in carica che vedrebbero così aumentare il proprio impegno.

È di questa settimana la notizia che il giudice Dario Gallo, del Tribunale di Termini Imerese, ha condannato la preside della scuola elementare Luigi Capuana, di Casteldaccia (vedi articolo di stampa) a 14.400 euro di risarcimento nei confronti di due studenti, feriti dalla caduta del cancello d’ingresso della scuola.
La motivazione è che la preside aveva omesso la manutenzione del cancello. Assolto il tecnico del Comune.

(D. S. Roberto Tripodi)






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