È stato presentato a Roma, nella sede del CNR, il rapporto del network scientifico
Science on the Net che analizza la presenza italiana nei progetti europei di ricerca del 7° programma Quadro appena conclusosi, con l’obiettivo di fornire utili indicazioni per la partecipazione dell’Italia al prossimo
Horizon 2020....
Dai dati a disposizione emerge una significativa presenza di alcuni enti pubblici di ricerca nella parte alta della classifica dei contractor (organizzazioni con maggior numero di partecipazioni a progetti). Tra di essi il CNR, l’ENEA, l’INFN, l’ISS. Il CNR, in particolare, con 631 partecipazioni è la quarta organizzazione nella classifica europea.
L’Italia ha partecipato a 10619 progetti, posizionandosi al quarto posto dopo Germania, Regno Unito e Francia, ma scende di un posto nella classifica europea quando si considerano i progetti coordinati, cioè quelli diretti dal nostro paese.
Un dato allarmante, tuttavia, è quello riguardante la differenza tra gli investimenti finanziari dell’Italia nei progetti europei e le risorse che rientrano attraverso i progetti approvati: per ogni euro speso, l’Italia recupera solo 0,65 euro. Nel prossimo Horizon 2020 l’obiettivo italiano è di raggiungere la parità tra risorse investite e ricavi.
Uno spazio specifico è stato riservato ai vincitori delle prestigiose borse di studio ERC (European Research Council), ricercatori degli enti pubblici di ricerca o degli atenei che rappresentano l’eccellenza. Dalle numerose testimonianze dei vincitori ERC presenti all’incontro è emersa la difficoltà di questi ricercatori di non farsi percepire come “corpi estranei” negli enti/atenei di provenienza, atteggiamento che impedisce loro di esercitare un benefico ruolo trainante all’interno dell’organismo scientifico nel quale operano.
Fulvio Esposito, capo della segreteria tecnica del ministro Carrozza, ha sottolineato che il bando per i giovani ricercatori appena pubblicato (
Bando SIR, Scientific Indipendence of young Researchers, 23 gennaio 2014) –
sul quale il nostro sindacato ha espresso apprezzamento- è stato strutturato sulla falsariga di quello per gli starting grants ERC e stanzia 47 milioni di euro, la più alta cifra che il Miur abbia mai messo a disposizione dei giovani ricercatori.