Abbiamo chiesto a Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, di commentare e di valutare il piano di iniziative Formazienda 2020 in termini di ricaduta sul sistema produttivo e sociale.


Domanda: Segretario, la via per la ripresa economica e sociale passa necessariamente per la valorizzazione delle competenze dei lavoratori, come indica questo piano?

Risposta: E’ l’intero sistema imprenditoriale a fondarsi sulle risorse umane! Il sistema produttivo ha bisogno di capitale umano, di qualità del lavoro e di plusvalore, a sua volta determinato dalla qualità delle competenze dei lavoratori. E chiaro che le parti sociali non possono non trovare convergenze quando vengono chiamate a interagire sulle politiche attive del lavoro.


Domanda: Ma come pensate di favorire una svolta reale?

Risposta: Le iniziative «faro», di cui parla il direttore Spada, contengono le tre priorità dettate da Europa 2020, ma queste vanno poi trasferite sulle performance individuali dei lavoratori, così da poterne misurare l’effetto. A questo punto come parte sindacale prenderemo in forte considerazione il fatto che le imprese intenzionate a realizzare una o più iniziative dimostrino non solo di aver accolto i principi inclusi nel piano ma di operare in favore di quella crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che si esplicita sia nello sviluppare nuove competenze e nel riqualificare í dipendenti sia nel migliorare i processi d’innovazione di prodotto, nel riorganizzare il sistema produttivo, nell’introdurre nuovi sviluppi occupazionali e di mercato.


Domanda: Quali iniziative le sono parse più opportune?

Risposta: Mi paiono interessanti quelle a favore dell’occupabilità dei giovani, attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro, e quelle dell’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, in quanto sposano l’obiettivo di Europa 2020: più posti dì lavoro e una vita migliore. Addirittura lungimirante mi pare l’iniziativa di potenziare il legame tra azioni di politiche attive e passive del lavoro, aprendo così le porte della formazione continua a chi rischia l’esclusione dal mercato del lavoro. Saranno particolarmente apprezzati i progetti per la riqualificazione di questi lavoratori da ricollocare in nuovi e più moderni siti e asset produttivi.