Nel corso della riunione del 10 dicembre 2014, il Direttore generale delle risorse umane, su esplicita domanda, ha comunicato che i DD.MM. di riordino del MIUR, sono in fase di perfezionamento.
L’unica vera speranza che ancora nutriamo, è che vi possa essere un ripensamento in merito agli accorpamenti. ...
Il 2 dicembre 2014 si è invece svolta la riunione conclusiva con il Capo di Gabinetto per l’esame finale dei DD.MM. di riorganizzazione dell’Amministrazione periferica.
Si è verificata una contrapposizione abbastanza vivace tra l’Amministrazione e le OO.SS., soprattutto sugli accorpamenti, che, comunque, si sono ridotti a 8 regioni.
Secondo l’Amministrazione, gli accorpamenti previsti, di fatto, già esistono, in quanto molti uffici condividono gli stessi dirigenti in reggenza da anni.
Appare comunque rilevante la disposizione, prevista nei DD.MM. di riordino delle regioni in cui si prevedono accorpamenti, secondo la quale: “gli uffici per ambito territoriale con competenza su due province sono articolati in due sedi, ciascuna delle quali ubicata nel comune capoluogo delle predette province”.
Sollecitato dallo SNALS-CONFSAL al mantenimento delle reggenze, al fine di evitare tali accorpamenti, il Capo di Gabinetto ha precisato che le risorse disponibili non lo consentono e che gli accorpamenti stessi non prefigurano nessun messaggio, nessun precedente, per creare alibi alle chiusure degli uffici territoriali. Secondo il predetto, questa era la migliore soluzione, il miglior compromesso che si poteva raggiungere.
Il dott. Fusacchia ha precisato, inoltre, che gli atti sottoscritti dal Ministro Giannini sono impegni che dovranno essere rispettati e difesi da tutte le forze politiche e sindacali che hanno concorso a raggiungere tale obiettivo.
Sempre ad avviso del dr. Fusacchia, se l’intento dell’Amministrazione fosse stato quello di sopprimere gli uffici territoriali, si sarebbe potuto procedere con un decreto legge, provvedimento assolutamente unilaterale ed avente forza di legge, per definire l’organizzazione regionale con sub - strutture, così come è accaduto, a suo tempo, con l’istituzione delle Direzioni regionali e la trasformazione degli ex Provveditorati in CSA.
Comunque, dopo l’iter procedurale per l’acquisizione dei visti di legittimità, la predetta riorganizzazione entrerà in vigore dopo la pubblicazione dei DD.MM. sulla Gazzetta Ufficiale.
Pertanto, da tale data, decadranno tutti gli incarichi di livello non dirigenziale generale (seconda fascia), compresi quelli di reggenza e quelli conferiti ai sensi del commi 5 bis e 6, dell’art. 19, del D.L.vo n. 165/2001. Prima di tale data, il Ministero dovrà definire la “pesatura” degli uffici, anche per orientare la scelta dei dirigenti e renderli consapevoli del valore economico dei posti che potranno richiedere.
Relativamente agli incarichi di cui ai commi 5 bis e 6, sarà necessario apportare una modifica al D.M. n. 330 del 24/4/2013. Infatti, con il predetto D.M., a seguito della riduzione del 10% della dotazione organica dei dirigenti di seconda fascia, era stato rideterminato il numero di tali incarichi,(n. 21 destinati al comma 5 bis e n. 33 destinati al comma 6), nonché le procedure e i criteri della relativa assegnazione presso gli uffici dell’amministrazione centrale e presso gli uffici scolastici regionali.
Tale variazione si rende necessaria per la ridistribuzione dei posti in precedenza assegnati alle direzioni generali che, a livello centrale, sono state soppresse e la conseguente riallocazione degli uffici tra le varie direzioni ora esistenti e soprattutto per la modifica che la Legge n. 125 del 30/10/2013 ha apportato al D. Lgs. n. 165/01.
Infatti, la predetta legge ha cambiato le percentuali dei posti conferibili in forza dei predetti commi, come di seguito sintetizzato:
- Comma 5 bis: possono essere conferiti entro il limite del 10 % (la percentuale era del 5%) della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla seconda fascia;
- Comma 6: possono essere conferiti entro il limite dell’8 % (percentuale confermata) della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla seconda fascia;
- I limiti percentuali previsti per il comma 5 bis possono essere aumentati fino ad un massimo del 18 %, con contestuale diminuzione delle corrispondenti percentuali fissate per il comma 6.
Auspichiamo che l’Amministrazione non voglia sacrificare i posti del comma 6, a cui potrebbero accedere i nostri colleghi che abbiano maturato una esperienza lavorativa di un quinquennio e siano in possesso di una laurea specialistica o magistrale o diploma di laurea conseguito in base al pregresso ordinamento.
Il vero pericolo è quello di vedere a capo dei nostri Uffici territoriali, dirigenti scolastici, i quali, se pur autorevoli e preparati per il loro specifico ruolo, purtroppo, sovente risultano inadeguati alla gestione di problematiche complesse di cui non hanno mai avuto né diretta contezza né effettiva esperienza.
Nel corso di una riunione svoltasi il 18 novembre 2014, il Direttore Generale delle risorse umane, dr. Jacopo Greco, aveva precisato che, al fine di mantenere la continuità degli incarichi, tutte le procedure di avviso e assegnazione degli incarichi stessi dovranno avere inizio e concludersi prima dell’entrata in vigore dei DD.MM..
Pertanto, si prevedono due distinti avvisi: per i dirigenti di ruolo e quelli non di ruolo.
I dirigenti di ruolo dovranno inoltrare la propria candidatura, via e-mail, alla Direzione Generale risorse umane, che svolgerà un’attività di coordinamento e monitoraggio e provvederà all’invio delle stesse alla direzione generale interessata.
Ciascun dirigente potrà indicare 3 opzioni, per tre distinte fasce. Nel caso in cui più dirigenti presentino domande per gli stessi uffici, sarà il direttore generale competente a decidere l’assegnazione. Nel caso in cui dovessero esservi posti non richiesti da nessuno, sarà lo stesso direttore a procedere con assegnazioni d’ufficio.
Relativamente, invece, ai commi 5 bis e 6, gli interessati, in base agli avvisi pubblicati contestualmente, potranno inoltrare la candidatura per un unico posto di funzione, direttamente al Direttore Generale competente, il quale provvederà ad una valutazione comparativa, posta in essere da una commissione nominata dallo stesso direttore e composta da dirigenti di ruolo.
Relativamente agli uffici di livello dirigenziale non generale, il titolare dell’USR, sarà nominato dal Direttore Generale per le risorse umane e finanziarie, previa procedura di interpello.
Lo stesso, una volta nominato, svolge, altresì, le funzioni di dirigente dell’Ufficio I e propone al predetto Direttore Generale gli incarichi per i dirigenti di seconda fascia assegnati all’USR cui è preposto.
I nostri uffici, quindi, a breve, dovranno ripartire probabilmente con dirigenti “nuovi” ma con gli annosi soliti problemi. Quello più urgente e di struttura, rimane la carenza di personale.
In effetti, con i pensionamenti intervenuti nel corso di quest’anno, pari a 240 e con la previsione di un collocamento a riposo nel prossimo triennio, previsto dall’Amministrazione, in base all’età anagrafica, pari a non meno di 500 unità di personale, prevalentemente nell’Amministrazione periferica, si rischia di creare un vero collasso della scuola, in quanto, il riverbero del faticoso andamento della organizzazione amministrativa si riversa sulla “Buona scuola” tanto osannata dai vertici politici.
Proprio questo, infatti, nel corso dell’unico incontro avvenuto il 3 dicembre u.s. con il Ministro Giannini, è stato il punto su cui si è concentrata la discussione.
Il Ministro ha condiviso l’assoluta inadeguatezza del numero delle unità di personale che, nonostante l’età “matura”, comunque garantisce il funzionamento di un organismo amministrativo delicato e complesso, il quale gestisce milioni di persone.
Il Ministro Giannini, nel predetto incontro, ha affermato che ci sono spazi anche legislativi per ottenere una deroga al blocco delle assunzioni, in modo che si possa garantire al MIUR un piano pluriennale per reclutare forze nuove, al fine di porre riparo all’assottigliamento dell’organico ed aprire almeno una nuova prospettiva operativa e gestionale.
Certo, solo risorse economiche sicure e di pronto impiego potrebbero dare un oggettivo contributo alla realizzazione dell’ambizioso progetto della “Buona scuola”, prevedendo, innanzitutto, lo scorrimento delle graduatorie, ancora vigenti, degli idonei.