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AD UN'ANNO DI GOVERNO RENZI NON CURA LA GRAMMATICA E FINANZIA LA SCUOLA CON IL 5 PER MILLE - PER L'ISTRUZIONE IL GOVERNO NON TROVA I SOLDI E I FONDI SI PRENDONO DALLE TASSE
Data: Lunedì, 23 Febbraio 2015, ore 22:14:08
Argomento: SCUOLA E UNIVERSITÀ







Riportiamo, di seguito, l’articolo pubblicato su IL TEMPO, in data 23 febbraio 2015, con le dichiarazioni del Segretario Generale dello SNALS-CONFSAL, Marco Paolo NIGI ...





IL TEMPO - 23 febbraio 2015

La scuola del domani, quella buona e bella, è sulla rampa di lancio. A breve si conoscerà finalmente la riforma del governo che traghetterà «la scuola italiana dal ’900 al terzo millennio» come ha detto ieri il ministro del Miur Giannini al convegno del dipartimento Scuola Pd «La scuola che cambia».

Qualcosa già si vocifera in attesa del 27 febbraio quando in Consiglio dei ministri approderanno il decreto legge sulle immissioni in ruolo e il disegno di legge delega.
Ieri c’è stato anche il saluto dall’ex ministro Luigi Berlinguer redivivo e dirompente con il suo «a scuola si goda, oltre a faticare e studiare». Inevitabili gli applausi e la standing ovation.


Il premier Matteo Renzi ha "domato" una platea concitata di professori di ruolo e precari, pochi gli studenti.



La spesa per l’istruzione è sempre al palo. Il contratto è bloccato al 2009, gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa. Di tutti questo ieri non si è detto molto. Non si vedono all’orizzonte investimenti sulla scuola.
E siccome non ci sono soldi si pensa al 5 per mille «per la cultura e per l’istruzione». Secondo Renzi «darà autonomia alle scuole in futuro anche dal punto di vista economico» ma non prima del 2016 .

«Non mi sembra una grande notizia - commenta Marco Paolo Nigi segretario generale dello Snals-Confsal - anche perché bisognerà pensare a una legge ordinaria e prima del 2017 non si potrà godere di questi introiti. Non è una rivoluzione. Altro sarebbe stato se Renzi avesse detto agli italiani, date tutti l’1 per mille a favore della scuola».

Lo Snals e gli altri sindacati vorrebbero aprire un tavolo di confronto prima del 27. «Per contribuire al decreto - dice Nigi - ma ci ignorano». Altri argomenti «caldi» emersi ieri sono l’immissione in ruolo dei precari e il merito. Si tratta di assumere circa 148 mila docenti in pianta stabile. In realtà sono 85 mila quelli che lavorano stabilmente (con contratti annuali). Gli altri 60.000 sono nella graduatoria a esaurimento.
In quali posti li metteranno? E qual è il prezzo delle assunzioni? «Sarà a costo zero. Si parla di taglio degli scatti di anzianità. Per gli assunti non ci sarà la ricostruzione di carriera - prosegue Nigi - Alla fine il governo risparmierà 2,3 milioni di euro».
Si è sottolineato anche che azzerate le graduatorie si assumerà solo per concorso. «Ma è stato sempre così» ironizza Nigi. «Piuttosto ancora non si è capito come sarà valutato il merito.
Sembra "anche" con l’anzianità ma finora ho sentito solo slogan, proclami e poca sostanza». Intanto la scuola langue e anche la grammatica. Nel volantino-invito dell’evento c’è scritto nel save the date pure «un’anno di governo». Quell’apostrofo è roba da matita rossa.

(Marco Paolo NIGI)







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