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DIPLOMATI MAGISTRALI: L'ADUNANZA PLENARIA DEL CONSIGLIO DI STATO DICE NO ALL'INSERIMENTO IN GAE
Data: Giovedì, 21 Dicembre 2017, ore 16:32:13
Argomento: GRADUATORIE







È stata da poco resa nota la decisione con la quale l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, mutando radicalmente l’ orientamento della sez. VI del Consiglio di Stato, si è espressa negativamente sull’inserimento in GAE dei diplomati magistrali...





Alla base della decisione dell’adunanza plenaria ha assunto valore determinante il presunto ritardo con cui i diplomati magistrali hanno richiesto l’inserimento nelle Gae, seppure al momento della istituzione di tali graduatorie al diploma magistrale non era stato attribuito il valore di titolo idoneo all’inserimento nelle graduatorie medesime.

Insomma, secondo i Giudici di Palazzo Spada, i docenti in possesso del diploma magistrale avrebbero dovuto richiedere da subito l’inserimento nelle Gae sin dal momento della loro istituzione e proporre ricorso in caso di esclusione.

La decisione sarà oggetto di approfondito esame da parte dei nostri avvocati al fine di porre in atto tutte le azioni a tutela dei nostri ricorrenti.

Si precisa comunque che la decisione pubblicata oggi non esplica effetti immediati nei confronti dei diplomati magistrali inseriti nelle Gae in forza di provvedimenti cautelari del Tar o del Consiglio di Stato, i quali mantengono i loro effetti fino a quando non verrà emanata la relativa sentenza definitiva nei singoli ricorsi che li riguardano. Così, anche i contratti a tempo determinato o indeterminato fino ad oggi stipulati, non potranno essere rescissi fino alla sentenza definitiva.

Con la pronuncia di oggi ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale per la quale docenti in possesso dello stesso titolo di studio, il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, si trovano in posizioni diverse, alcuni inseriti in gae a pieno titolo, in forza di sentenze del Consiglio di stato o dei giudici del lavoro definitive ed altri viceversa, a rischio di esclusione.

Nell’Italia dei Tribunali appare sempre più difficile garantire lo stesso trattamento a cittadini che pur si trovano nella stessa situazione, con gravi effetti sul principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione.

La sentenza n. 11/2017







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