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ISTRUZIONE ARTISTICA E PROPOSTA SNALS-CONFSAL - INTERVISTA A PAOLA GALLEGATI SU TG2 INSIEME
Data: Mercoledì, 12 Giugno 2013, ore 14:24:15
Argomento: AZIONI DEL SINDACATO



 

Nel corso della puntata della rubrica Insieme del TG2 del 7/06/2013 (dal 36° minuto) è andato in onda un servizio, nello spazio dell’ARTE, curato da Stefano Sassi, in cui è stato affrontato il tema dell’istruzione artistica, in particolare l’allontanamento dei giovani artisti dall’istruzione secondaria di II grado e accademica. Alla puntata, in rappresentanza della Segreteria generale dello SNALS-Confsal, è intervenuta la prof. Paola Gallegati che ha illustrato la proposta lanciata dallo SNALS-Confsal su una diversa articolazione ed estensione del tempo delle attività a scuola, L’intervista completa può essere ascoltata al seguente link: http://youtu.be/Xenvlg7iVqc 

Vi riportiamo, di seguito, lo stralcio del servizio sopra descritto e la trascrizione dell’intervista...




Stefano Sassi: Abbiamo come ospite Paola Gallegati della Segreteria generale dello SNALS-Confsal, il più importante sindacato della scuola, e parliamo di arte e andiamo a vedere un servizio realizzato a Milano, più precisamente a Brera, dove c’è una delle più importanti accademie d’arte. L’arte moderna è in crisi e la crisi ha sconvolto questo mondo, e le gallerie stanno chiudendo; sono poche le gallerie, nonostante la vicinanza dell’Accademia di Brera, che sono rimaste. La crisi ha sconvolto questo sistema soprattutto tra i giovani che non riescono ad affermarsi a causa della crisi nel settore, perché i giovani che prima uscivano dall’accademia e presentavano le loro prime opere, oggi non hanno più questo sfondo, e molti di questi giovani non vanno più all’accademia, anzi la ritengono quasi una perdita di tempo, accusando - e qui veniamo al motivo della presenza della nostra ospite -, che la scuola, il famoso liceo artistico (famoso quello di via Ripetta a Roma e quello di Milano) non danno gli elementi essenziali. Cosa è cambiato, oltre alla crisi?
Vediamo intanto il servizio (segue servizio)
…Ed è per questo che abbiamo qui Paola Gallegati che rappresenta la scuola e anche la scuola d’arte. Abbiamo visto questa insoddisfazione dei ragazzi. Diciamo che il liceo artistico negli ultimi anni è cambiato, proprio nella sua composizione, ce lo vuoi spiegare?

Paola Gallegati: Al momento non possiamo parlare già di primi risultati del liceo artistico, poiché la riforma è partita dal 1° settembre 2010 per cui i ragazzi che hanno intrapreso questo percorso di studi stanno finendo il 3° anno dopo un biennio comune che li ha indirizzati verso dei percorsi più specialistici; sono 6 che vanno dalle arti figurative alla scenografia, dall’architettura-ambiente alla grafica, all’audiovisivo, alla multimedialità, al design.
Il nuovo liceo artistico si è posto alcuni obiettivi: cioè quello di unificare una quantità di percorsi che erano presenti precedentemente nel nostro ordinamento; si andava dalla scuola di arte di 3 anni al liceo artistico tradizionale, a cui forse fanno riferimento le sperimentazioni di 5 anni (v. servizio). Adesso è diventato, complessivamente, un percorso più unitario, meno frammentato e con una maggiore quantità di ore da dedicare ai laboratori, alle discipline applicative. Facendo un conto, adesso attualmente il liceo artistico prevede per i 6 indirizzi 14 ore settimanali di scienze applicate, di discipline applicate, quindi di pratica artistica secondo i percorsi scelti, su 35 ore settimanali. Non è pochissimo se pensiamo che anche le professionalità artistiche e della cultura oggi, forse, per essere competitive e presenti sul mercato, hanno bisogno di un profilo un po’ più complesso.


S.S.: Non a caso questi ragazzi lamentano questo, hanno parlato di insegnamento “blando”…., evidentemente loro ricercano una maggiore applicazione, forse la scuola dovrebbe dare le basi, i primi elementi.
P.G.: Esatto, e l’obiettivo di questa unificazione, la riforma del liceo, è proprio questa: di dare maggiori elementi sia culturali che tecnici nella formazione estetica ma sia incentivare la creatività personale attraverso la progettualità e l’applicazione, cioè proprio la creatività manuale.


S.S.: Ma perché il ragazzo dice “blando”?
P.G.: Si riferiva, forse, al vecchio ordinamento e dobbiamo vedere se effettivamente abbiamo raggiunto o raggiungeremo i risultati che la riforma si è prefigurata. E’ pure vero, però, che se abbiamo fatto la riforma dobbiamo mettere in condizioni la scuola  di poter far meglio ed è anche per questo che, come sindacato dei docenti e della scuola, noi ci siamo sempre battuti contro i tagli all’istruzione e alla cultura in genere.


S.S.: Tra l’altro voi avete fatto una richiesta, di recente, di volere il tempo pieno, volete aumentare le ore didattiche…
P.G.: Ecco, noi vogliamo una diversa articolazione della giornata scolastica a scuola: cioè la mattina si fa il curricolo arricchito con una didattica innovativa e  orientativa con gli insegnanti dello Stato, per un monte ore che è perfettamente in linea con la media europea. Ma le scuole devono rimanere aperte anche il pomeriggio, fino alla sera, con altri esperti per le attività proprio pratiche, manuali, di scultura, di arte, di elaborazione in gruppo di progetti artistici, ma anche, ad esempio, il canto, le orchestre di istituto come succede negli altri paesi europei.


S.S.: Il percorso dell’artista è un percorso tecnico, perché poi l’artista ha un dono particolare che raffina attraverso la tecnica, ma questo tipo di scuola che prospettive di lavoro, che non siano quelle del “genio”, dà a questi ragazzi?
P.G.: Ecco questa scuola dovrebbe mettere più in collegamento con il mondo del lavoro, con questi settori che dovrebbero, in un paese come il nostro a vocazione artistica culturale,…


S.S.: Quanti sono i ragazzi che vanno in queste scuole?
P.G.: Quest’anno si sono già iscritti per il prossimo anno al liceo artistico il 4% degli studenti, i nuovi, per cui 20800 studenti supera oltre 500mila nuovi studenti che entreranno nella scuola, per cui diciamo che per un paese come il nostro, a vocazione culturale, è una cifra ancora troppo bassa; ma certo è che la politica dovrebbe attivare una serie di interventi proprio per dare più opportunità di lavoro e creare più posti di lavoro per i giovani che, proprio in questo settore, potrebbero essere creati.


S.S.:
E con questo appello alla politica dobbiamo salutarci…







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