Milioni di studenti hanno ripreso la scuola in presenza anche nelle zone rosse, ma senza alcun intervento straordinario per la sicurezza da parte di Governo e Regioni.
Restano infatti irrisolti i nodi che hanno finora determinato la sospensione della didattica in presenza...
Non ci risulta che sia stato predisposto un sistema di tracciamento efficiente e tempestivo.
Non ci risultano significativi interventi per il potenziamento dei trasporti pubblici.
Non sono stati reperiti nuovi spazi per accogliere gli alunni in situazione di maggiore sicurezza.
Non c’è traccia di alcuna iniziativa, neanche a titolo sperimentale, per avviare una campagna per tamponi veloci e ripetuti agli alunni prima del rientro, nonostante le ipotesi avanzate dal CTS.
Le vaccinazioni del personale non sono ancora completate e nella quasi totalità dei casi non sono state somministrate le dosi di richiamo.
Iniziano tra l’altro ad emergere le prime soluzioni differenziate a livello regionale, che aggravano ancora di più il disorientamento del personale della scuola (vedi, per la regione Puglia,
l'ordinanza n. 102 del 4 aprile 2021 che impone alle scuole di garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla, in luogo dell’attività in presenza).
Lo Snals-Confsal sostiene da tempo la ripresa della didattica in presenza per tutti gli alunni, anche per ricostituire la relazione educativa stravolta dal COVID.
Allo stesso modo, esigiamo che la sicurezza di chi vive nella scuola sia la prima priorità del Governo.
La sicurezza di alunni e personale deve ripartire da un aggiornamento del protocollo di sicurezza per la ripresa, fermo ancora alla versione del 7 agosto scorso.
Lo Snals-Confsal ha più volte sollecitato il Ministero ad avviare un tavolo specifico per la ridefinizione degli impegni delle parti.
Ogni ritardo in tal senso non solo mette a repentaglio la sicurezza dei nostri alunni, ma rende critico anche l’avvio del prossimo anno scolastico.