Di seguito l'intervista alla ministra Valeria FEDELI, dopo l'approvazione (vedi nostro articolo), al CDM del 14 gennaio 2017, dei decreti legislativi in attuazione della delega di cui all’articolo 1, commi 180 e 181 della legge 13 luglio 2015, n. 107 ...
La neoministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è visibilmente soddisfatta: l’ultima parte della riforma della scuola è partita. Si cambiano molte cose dall’asilo alla maturità: «Come ha detto Gentiloni le riforme non si fermano».
Però lei fino a una settimana fa aveva deciso di chiedere una proroga per ascoltare tutti prima di decidere.
«Ci siamo resi conto che non era tecnicamente possibile. Ascolterò tutte le parti interessate, dagli insegnanti agli studenti, ai genitori nei due mesi in cui il Parlamento lavorerà sui testi e se ci sarà qualcosa da cambiare lo cambieremo prima dell’approvazione definitiva. Tutti saranno coinvolti. Se avessimo ascoltato prima, ci saremmo risparmiati degli errori».
Quanto ad ascolto, si dice che lei ascolti un po’ troppo la voce dei sindacati degli insegnanti prima di decidere.
«Le decisioni della scuola devono essere condivise altrimenti finiscono per non essere applicate. Ma la mia sfida è confrontarsi sulla qualità. Con i sindacati c’erano delle scadenze da rispettare per le decisioni sula mobilità. Sui temi delle deleghe ascolterò tutti come spero faccia anche il Parlamento perché la scuola è di tutti».
Allora parliamo un po’ agli studenti. Maturità, i commissari esterni saranno confermati?
«Vediamo».
Due prove più l’orale. La prova Invalsi?
«Si farà ad aprile, ma conta nel voto di maturità. Si farà anche la certificazione di inglese ma fuori dal voto».
I voti alle elementari li avete cambiati, introducendo le lettere e la pagella europea?
«Non li abbiamo toccati».
Perché non avete vietato le bocciature alle elementari e alle medie, come prevedeva la prima bozza di decreto?
«C’è stato dibattito in Consiglio dei ministri. Alla fine non abbiamo vietato le bocciature, ma vogliamo mantenere un sistema in cui siano assolutamente eccezionali».
Il riferimento all’educazione di genere nelle materne è stato cancellato, come dice Alfano?
«Non c’era. C’è il riferimento alla Costituzione. I programmi non erano oggetto di delega».
I sindacati vorrebbero «spostare» una parte della riforma nel contratto — quella che riguarda i professori — lei è d’accordo?
«Da marzo cominceremo a scrivere l’atto di indirizzo per il contratto. È un tema molto importante. Vorrei inserire nel contratto il tema della continuità didattica che penso sia molto importante».
Non ha appena cancellato la norma della riforma che prevedeva che i professori stessero tre anni nella stessa scuola?
«Solo per chi si è spostato quest’anno. Vorrei dal prossimo settembre che gli studenti trovassero i loro insegnanti in cattedra e possibilmente per tre anni. La continuità va incentivata».
Nello stipendio dei prof?
«La mobilità va negoziata nel contratto. Gli insegnanti devono star bene perché possano star bene gli studenti».
Manterrà i premi di merito?
«Sto aspettando i dati dell’esperienza di quest’anno. Resterà la valutazione del merito ma potrebbe essere cambiata. Ne parleremo».
Il «Corriere» ha ospitato la lettera di una preside che raccontava la storia di un prof che, pur nel rispetto della legge, è andato a scuola un solo giorno e per giunta ha così costretto la scuola a cambiare la supplente.
«Questa storia illumina un tema molto serio: pur rispettando i diritti degli insegnanti dobbiamo anche garantire il diritto dei ragazzi ad avere un insegnante».
Vuole cambiare la 104?
«No, la legge non si tocca ma dobbiamo intervenire nell’ambito dell’esercizio dei diritti che la legge accorda».
Mentre al ministero lavoravate al futuro della scuola, scrivendo i testi approvati ieri, in mezza Italia gli studenti sono rimasti al freddo solo perché è inverno: riscaldamenti inadeguati, manutenzione non fatta...
«Sto facendo una verifica con i direttori degli uffici regionali: dobbiamo capire perché i fondi che ci sono non vengono usati e come semplificare le procedure».
Uno dei provvedimenti più contestati che ci sono sulla sua scrivania è l’istituzione delle super-cattedre Natta per i prof universitari. Che cosa pensa di fare?
«Ci saranno dei cambiamenti. Sto incontrando il mondo dell’Università e ne abbiamo discusso. Sarà un provvedimento condiviso».
La vicenda della mancata laurea continua a inseguirla. Ora ci sono i manifesti abusivi che tappezzano Roma e non vengono rimossi.
«Sono manifesti anonimi, perché chi li ha fatti non ha neppure il coraggio di firmarsi. Poi vorrei chiedere al Comune di Roma com’è che tollera l’illegalità nelle sue strade».
(Fonte Corriere della sera)