carmelo.nesta scrive ...
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Mi è davvero difficile comprendere i toni trionfalistici di FLC CGIL, Cisl
Scuola e UIL Scuola con cui propagandano e reclamizzano la bontà del Contratto
Istruzione e Ricerca e il valore della loro scelta giusta e responsabile di firmarlo...
La FLC CGIL, sul suo sito, pubblica, a caratteri cubitali, l'annuncio "Su le
teste! DOPO NOVE ANNI ABBIAMO il CONTRATTO". L'articolo "il", affianco a
contratto, è scritto in minuscolo e in carattere corsivo. Nel leggere mi salta
in mente una figura retorica, "l'anfibologia", che sta ad indicare
un'espressione contenente un'ambiguità sintattica o semantica, in questo caso
grafica, che può essere interpretata in modi diversi. Hanno voluto
intendere "il migliore
contratto possibile che si potesse sottoscrivere" o " il contratto ottimale in
assoluto che loro hanno sottoscritto"?
Secondo me sarebbe stato più realistico e meno ambiguo scrivere "DOPO NOVE ANNI ABBIAMO un CONTRATTO" e lasciare le teste al loro posto!
I toni della CISL Scuola sono invece, senza ambiguità, del tutto esaltanti e
festosi. Parlano di "svolta positiva per il mondo della scuola", di "un atto di
grande valenza politica", di "aver ridato valore alla contrattazione", di "aver
minato alla base lo spirito della legge 107/2015".
Più realista e sincero è stato il segretario generale della UIL Scuola che in una
intervista rilasciata a La Tecnica della Scuola, subito dopo la firma, afferma:
“Quando si firma un contratto si è sempre contenti, non si poteva fare di più.
Abbiamo portato a casa il massimo, magari dalla controparte poteva esserci
qualche timida apertura, ma di più non si poteva fare" - e aggiunge - "Posso
dirle che fino all’alba la trattativa è stata in bilico e abbiamo rischiato che
non si firmasse, visto anche i numerosi tatticismi" - e continua - "Come
spiegarlo alla base? Ci confronteremo come abbiamo sempre fatto. Immagino che i
sentimenti siano contrastanti, ma abbiamo fatto il massimo”.
Dopo 12 anni dalla firma del vecchio contratto, docenti e ATA si aspettavano che
si ottenesse qualcosa in più, dal punto di vista economico. Almeno un congruo
recupero del perduto potere di acquisto dal 2006 ad oggi.
Dopo 12 anni di
attesa, Docenti e Ata avranno uno stipendio maggiorato solo del 3,48% che tradotto in
"caffè" corrisponde ad un caffè al giorno e gli arretrati dell'ultimo biennio
che tradotti in "cene" bastano a coprire, in tutto, due cene fuori con la
famiglia.
Insomma, Docenti e ATA, a differenza dei sindacalisti delle sigle firmatarie, possono festeggiare solo con i fichi secchi, ma
non con quelli farciti con le mandorle, come vuole la tradizione pugliese.
Si legge, nei siti delle sigle firmatarie, che è stato rispettato quanto sancito
nell'accordo di Palazzo Vidoni del 30 novembre 2016 tra governo e sindacati,
sottolineando che è stato sottoscritto anche dalla CONFSAL, la Confederazione a cui aderisce lo SNALS.
In quell'accordo, all'art. 3, lettera a, c'è scritto: "Il
governo garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate ulteriori
risorse finanziarie che consentano di definire incrementi contrattuali in linea
a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori
a 85 € mensili medi".
Se capisco bene l'italiano, gli 85 € erano la base minima
da cui partire e io c'ero quando anche il segretario generale della FLC CGIL,
nell’Assemblea Nazionale Unitaria degli esecutivi nazionali, in data 4 ottobre 2017,
presso il Centro Congressi Frentani in Roma disse, testualmente: "Siamo chiari,
per noi gli 85 € sul tabellare sono la base per sederci al tavolo"!!!
"Lo stanziamento di risorse aggiuntive finalizzate alla valorizzazione dell’esperienza professionale, avendo come riferimento i sistemi retributivi vigenti in ambito europeo" era infatti uno dei punti all'ordine del giorno che FLC
CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal hanno sottoscritto in quella
assemblea, indetta per raccogliere le richieste di Docenti e ATA da portare al
tavolo negoziale per il rinnovo del contratto.
In questi mesi, poi, durante gli incontri all'ARAN, CGIL, CISL , UIL e
SNALS hanno chiesto al governo di reperire ulteriori risorse per la scuola, risorse che non
sono state mai trovate e neppure cercate.
CGIL, CISL e UIL, per incrementare gli 85 €, si sono accontentati, invece, di risorse già
destinate alla scuola (parte del bonus sul merito) e hanno firmato! Lo SNALS,
coerentemente, non lo ha fatto!
Dal punto di vista normativo, in quell’accordo di Palazzo Vidoni, all'art.1, lettera a,
(Relazioni sindacali) c'è scritto: "Il Governo si impegna alla definizione di un
intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio, a favore della
contrattazione, del rapporto tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro
per una ripartizione efficace ed equa delle materie di competenza e degli ambiti
di azione della legge e del contratto".
Da quanto mi risulta questo intervento legislativo non c’è mai
stato, per cui tutto quello che si scrive sui contratti resta subordinato a quanto
dicono i decreti 165/2001 e 150/2009 (Brunetta)*, novellati dai decreti
Madia 74 e 75 del 2017, e la legge 107/2015.
Ma a quanto pare i sindacalisti di FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola non
avevano bisogno di questo provvedimento legislativo, perché è il contratto
stesso che hanno firmato che esclude materie oggetto di contrattazione previste
nel vecchio CCNL 2006/2009, come, ad esempio,
i criteri delle assegnazioni ai plessi, sia per il personale docente che Ata,
i criteri e le modalità relativi alla organizzazione del lavoro e all’articolazione
dell’orario del personale docente, educativo ed ATA,
i criteri per l’individuazione del personale docente, educativo ed ATA da
utilizzare nelle attività retribuite con il fondo di istituto;
diventate, nel nuovo contratto, oggetto di confronto, una nuova
relazione sindacale che non trova riscontro nelle relazioni sindacali classiche.
Il confronto non è interpretazione, non è informazione, non è concertazione e men
che meno contrattazione, insomma è solo una generica relazione sindacale
che non vincola assolutamente il dirigente scolastico che, trascorsi 15 giorni
dall’avvio della procedura, potrà assumere unilateralmente le proprie decisioni.
Lo spiegavo ai miei amici sindacalisti di FLC CGIL, CISL Scuola, e UIL Scuola
della provincia di Brindisi in una mia
lettera
...di addio, pubblicata di recente.
E allora di che cosa stiamo parlando?
In che modo si è ridato valore alla contrattazione?
In che modo si è minato alla base lo spirito della legge 107/2015?
Se
per “ridato valore alla contrattazione” e per “minato alla base lo spirito della
legge 107/2015” significa l’aver ottenuto di poter contrattare i
criteri generali per la determinazione dei compensi finalizzati alla
valorizzazione del personale, questa è davvero poca cosa: i criteri per
l'attribuzione dei compensi per il merito al personale restano di
competenza del Comitato di Valutazione e i criteri per l'individuazione dei docenti da valorizzare restano di competenza del DS.
E dunque perché tanto entusiasmo per la firma di un
contratto al ribasso?
Sarà un'opera di autoconvincimento e di convincimento dopo aver firmato... per ordini
di scuderia?
Ma no, questo è solo un mio cattivo pensiero e confido che così non è!
(Carmelo NESTA)
* Si veda l’art. 2 del D.Lgs. 165 del 2001 (come novellato dal D.Lgs. 150/2009 di
Brunetta) che prevede che gli accordi e contratti collettivi possano derogare
alla legge ai regolamenti e agli statuti solo se espressamente previsto: le
disposizioni contrattuali in contrasto con norme di legge imperative sono nulle
ed automaticamente sostituite. Il legislatore, quindi, può intervenire sui
rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici con la conseguente riduzione
dell’autonomia contrattuale delle parti.
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