Nella Legge di Bilancio 2023, al comma 557, è prevista una norma sul dimensionamento scolastico con un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025. In particolare è previsto un decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo accordo in sede di Conferenza unificata, per la determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni.
In Puglia 60 scuole a rischio chiusura...
La Regione Puglia impugnerà davanti alla Corte Costituzionale la decisione del governo sul dimensionamento scolastico. Lo ha annunciato Sebastiano Leo, assessore alla Formazione e Lavoro della giunta Emiliano, nel corso di un incontro con i segretari regionali di SNALS Confsal, FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, e FGU.
"La Puglia resisterà con forza ad una politica che vuole accorpare le scuole senza alcuna reale riflessione, che non tiene conto della natura articolata della scuola, delle esigenze delle regioni, dei territori, della voce delle persone che noi in qualità di assessori rappresentiamo".
Uno scenario che dalla Regione definiscono “preoccupante” che avrebbe impatti pesantissimi in tutto territorio. Per questo la stessa Regione annuncia battaglia e avvia le procedure per impugnare davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento contenuto nella Legge di Stabilità 2023.
Lo SNALS e le altre organizzazioni sindacali hanno condiviso la forte e netta opposizione dell’assessore Leo, esprimendo pieno sostegno alla strada del ricorso, strada intrapresa anche dalla Regione Campania e probabilmente anche da altre regioni.
La perdita di circa 60 autonomie scolastiche e dei corrispondenti posti di dirigente scolastico e direttore dei servizi generali e amministrativi, oltre che di docenti e personale Ata, non è sostenibile per un territorio regionale complesso e fragile come quello pugliese che esprime esigenze di presidio costante del territorio del servizio di scuola statale. In tal modo si accentuerebbe l’elevato indice di dispersione scolastica già a livelli preoccupanti e non più sostenibili.
"L’autonomia didattica non è un diritto su cui si può trattare, non si tratta sul futuro dei ragazzi, non si tratta sul futuro dei lavoratori, non si tratta sull’unico strumento di democrazia reale: la scuola. È stata la nostra più grande conquista, perché solo con l’istruzione si garantisce il futuro possibile per tutte e tutti, e noi su questo non intendiamo trattare. Non torneremo indietro ad un sistema sempre più privato. La pandemia ha avuto l’unico merito di farcelo capire concretamente: la scuola e la sanità sono gli unici due diritti della nostra società di cui non possiamo fare a meno. Gli unici su cui non si può trattare".