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  Articolo n. 1991 - © News SNALS-Confsal Brindisi - 1033 letture
LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA: LA NORMATIVA ITALIANA SUI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO NEL SETTORE DELLA SCUOLA È CONTRARIA AL DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA
Postato Mercoledì, 26 Novembre 2014, ore 15:14:31 da Amministratore

PRECARI


Come avevamo già preannunciato nelle assemblee unitarie tenutesi nella provincia di Brindisi nello scorso mese di ottobre, oggi, 26 novembre 2014, la Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia per la violazione della Direttiva 1999/70/CE e giudicato illegittima la reiterazione da parte della Pubblica amministrazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi (vedi nostro precedente articolo sulle petizioni alla Commissione Europea). Si apre una stagione molto critica per la pubblica amministrazione italiana che dovrà provvedere alla stabilizzazione dei precari di tutto il pubblico impiego (Afam, Sanità, Regioni, Enti locali) e al risarcimento di eventuali danni arrecati negli anni al personale precario. ...



Lo Stato Italiano ha abusato nell’utilizzare in modo continuativo contratti a tempo determinato, perché non ha indicato né le ragioni obiettive che giustificavano il rinnovo, né la durata massima totale dei contratti né il numero dei loro rinnovi.
Secondo la sentenza della Corte di Giustizia, la normativa italiana non è idonea a rispettare quanto previsto dall’accordo quadro del 18 marzo 1999, disciplinante il rapporto di lavoro a tempo determinato. In buona sostanza, la normativa italiana non contempla nessuna misura diretta a prevenire e sanzionare in modo effettivo il ricorso abusivo da parte dello Stato Italiano al contratto a termine.

Sono migliaia i ricorsi patrocinati dai nostri legali su tutto il territorio nazionale in favore dei nostri iscritti che avevano lamentato il comportamento illegittimo dello Stato Italiano. Finalmente la Corte di Giustizia Europea ha accolto le loro ragioni, condannando l’Italia per aver abusato di tali contratti a termine.

Occorre ricordare che la Corte di giustizia non risolve la controversia che ha dato luogo al rinvio pregiudiziale delle cause pendenti dinanzi ai Tribunali ed alle Corti d’Appello, in attesa della sentenza della Corte europea, ma spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte europea.

Inoltre, a tutti coloro che non hanno aderito ai ricorsi, si preannuncia che seguiranno ulteriori istruzioni operative, unitamente alla scheda di adesione al nuovo ricorso che sarà predisposto alla luce di quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea se il governo non deciderà di porre fine a questa vergogna tutta italiana.

Per quanto riguarda la scuola, il Governo dovrà, quindi, dare immediata attuazione alla sentenza stabilizzando tutti i precari e non solo i docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento come è scritto nel paragrafo 1.6 de "la buona scuola" di Renzi, ma anche tutti quei docenti della seconda e terza fascia e tutto il personale ATA che si trovino nelle condizioni previste dalla direttiva europea 1999/70.

La sentenza della Corte di Giustizia Europea (Comunicato Stampa)

IL COSTO DEL PRECARIATO - ORGANICO DI DIRITTO E ORGANICO DI FATTO
(Un nostro articolo premonitore di gennaio 2014)






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